Covid: a 10 metri dal traguardo, si rischia di ripartire dal “Via”
23 Dicembre 2021Mi piace immaginare che la Pandemia da Covid 19 abbia una finalità “evolutiva” per la nostra società, o, meglio, per LE nostre società. Ebbene, sì, sarà la deformazione professionale, che mi induce ad incuriosirmi quotidianamente sul valore dei sintomi dei miei piccoli pazienti e sull’occasione di cambiamento, che rappresentano per le famiglie d’appartenenza, ma mi sono fatta l’idea che anche questa pandemia possa avere un “senso altro”. L’individualismo è la malattia degli ultimi secoli; individualismo declinato a livello personale, familiare, di categoria, di Nazioni, di Continenti. Con l’aggravante della miopia, della scarsa lungimiranza.
Spesso i sintomi che connotano lo sviluppo neuro-psico-affettivo-relazionale-cognitivo-adattivo di bambini e adolescenti che accedono ad una consulenza neuropsichiatrica o psicologica rappresentano un’opportunità “evolutiva” per l’intera famiglia. Tra gli esempi che mi vengono sulla punta della lingua: madre depressa-bambino iperattivo che deve attivare l’arousal materno; conflitto di coppia con rischio di separazione-bambino con fobia scolare che deve “controllare” quello che accade tra le mura domestiche; famiglia ansiogena-bambino balbuziente e così via.
Ecco, immagino che, in un’ottica evoluzionistica, secondo la quale l’esasperazione dell’individualismo ci sta conducendo verso la bancarotta relazionale e comunitaria (che trova la sua massima espressione dell’incremento drammaticamente esponenziale dell’incidenza del Disturbo dello Spettro dell’Autismo), la pandemia possa rappresentare un’occasione di “redenzione” e deviazione da questa traiettoria evolutiva suicida. In che modo? Semplice, è stato il nostro mantra dall’inizio: ne usciremo soltanto se saremo uniti. E’ come se la pandemia da Covid-19 ci stia proponendo l’allenamento di cui abbiamo bisogno: acquisire un’ideologia e strategie di comportamento e interazione che abbiano un senso per la collettività.
Noi siamo tra i fortunati che possono riflettere su quanto accaduto negli ultimi ventuno mesi, al netto di 135.931 decessi italiani e 5.331.019 mondiali. [Pausa di riflessione per rileggere le cifre e decodificarne la portata.]
Il regalo che ci ha donato la scienza, in tempi record, i vaccini anti-Covid-19, rappresentano un’altra opportunità per dimostrare il nostro spirito altruista e lungimirante; ci vacciniamo non solo per proteggere noi stessi, ma anche le categorie più vulnerabili e per limitare la circolazione del virus e, quindi, la probabilità che si generino varianti. Ovviamente, ci auguriamo che lo stesso altruismo “contagi” i vertici delle nazioni economicamente e politicamente più influenti affinché venga garantita una disponibilità globale dei vaccini.
Mi viene da paragonare il momento che stiamo vivendo a quei giochi di società in cui, a pochi tasselli dal traguardo, se il dado ti dice male, sei costretto a “Ripartire dal Via!”. Siamo tutti stanchi e logorati da questa condizione di restrizioni protratte, ma, se resistiamo, compatti, rispettando le norme che ci vengono prescritte e vaccinandoci tutti, inclusi i bambini dai 5 anni in poi, probabilmente, potremo godere di maggiori libertà e serenità. Il lancio del dado spetta a noi.
*Neuropsichiatra dell’infanzia e dell’adolescenza e psicoterapeuta