Cristiano Danna, la pandemia come un terremoto per tutti gli sportivi
23 Dicembre 2021
Di sicuro il calcio è uno di quegli argomenti che occupa interi weekend, uno sport nazionale che muove passione, attenzioni, interessi e tanti soldi. Il calcio è uno sport che affonda le proprie radici nel mito: pare che fosse praticato ai suoi albori (ed ovviamente in una variante comunque diversa dal calcio come lo intendiamo noi oggi) già nell’XI secolo a.C. in Asia, così come sono state ritrovate testimonianze della sua presenza in Grecia ed a Roma.
Oggi parliamo di Sport, Covid e salute con un esponente di questo sport a 360°: Cristiano Danna.
Come ha vissuto e come vive la paura della pandemia, del contagio e il notevole disagio legato alle indispensabili, severe misure restrittive?
La pandemia da Covid 19 è stata davvero un fulmine a ciel sereno che non ha trovato nessuno preparato, nel mondo. Un’emergenza sanitaria che io, vista anche la mia età, non avevo mai vissuto e che ho dovuto affrontare nel suo svilupparsi giorno dopo giorno, con tutto quello che ne ha comportato in termini di stabilità prima di tutto mentale e poi nella quotidianità di ognuno di noi. Sicuramente un percorso costellato da disagi per tutti e gettando un occhio al mondo sportivo per tantissimi atleti, di ogni età che si sono ritrovati dall’oggi al domani, senza la loro quotidianità sportiva.
Quanti danni hanno causato allo sport in generale e al calcio in particolare le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?
Come ho detto in precedenza, è stato un vero e proprio terremoto in tutti i settori. Ricordo ancora quando si cominciavano a diffondere le notizie di questo Covid 19 e una domenica, mentre mi apprestavo a guardale una partita di campionato di Serie A delle 12.30, ho visto che i giocatori sono stati richiamati negli spogliatoi. Quella partita non si disputò! … e da li in poi, sappiamo tutti come è andata. Credo che la confusione del primo momento sia stata dovuta, appunto, al non essere preparati a tutto ciò. Terribile stare lontani dagli affetti, dagli amici e quindi dai compagni di squadra.
Quanto valore attribuisce al binomio sport e salute, ovvero quanto è fondamentale l’attività sportiva per conseguire e mantenere il benessere psicofisico?
Il valore che do a questo legame è altissimo. Per uno sportivo come me che nella vita ha mangiato letteralmente “pane e calcio”, la disciplina sportiva si trasferisce anche nella vita. Sono una persona molto attenta all’alimentazione e appena gli impegni me lo consentono, pratico sport e mi tengo in moto con la corsa. Le mie attitudini ho cercato di trasferirle ai giocatori, al quale ho sempre chiesto di sacrificarsi perché nello sport e nella vita nulla ci è dovuto.
Cosa le ha dato la pratica calcistica in termini di crescita personale, sociale e professionale ?
Il calcio per me ha rappresentato e rappresenta tutt’ora il mio mondo. Mi interesso e sono conoscitore del calcio internazionale, principalmente quello sudamericano dove ho molti amici nell’ambito e mi interesso e studio sempre il calcio di altri paesi. Mi piace mettermi in gioco, come calciatore prima, scout e ora direttore sportivo. Diciamo che la mia quotidianità è scandita dal pallone. Ringrazio per questo di aver trovato una compagna di vita che lo ama e comprende almeno quanto me. Ho una figlia di 4 anni e non credo giocherà a pallone ma già vorrei praticasse uno sport che le consentisse di iniziare ad approcciare una disciplina sportiva. Qualunque esse sia vorrei che le desse nella vita ciò che il calcio ha dato a me