Cto, dodici mesi dopo

Cto, dodici mesi dopo

20 Giugno 2019 0 Di La Redazione

Ad un anno dalla riapertura del Pronto soccorso del nosocomio dei Colli Aminei, i dati sembrano confortare la scelta fatta per arginare i super accessi al Cardarelli.

La riapertura del reparto di prima accoglienza di emergenza-urgenza nasce non solo per servire il bacino di utenza di stretto riferimento ma anche per decongestionare il flusso di pazienti dell’area collinare, e non solo, che avevano nel solo Cardarelli l’unico pronto soccorso fruibile in tutta la vasta area. Ieri, presente il presidente campano De Luca, è stato il giorno del resoconto.

E,  a distanza di poco più di un anno di attività, il bilancio per il pronto soccorso dell’ospedale Cto di Napoli sembra essere del tutto positivo: poco meno di 30mila accessi, il primo per malati di sclerosi multipla, ‘esportazioni’ delmetodo di accoglienza anche in altri ospedali d’Italia. Antonio Giordano, commissario dell’Azienda ospedaliera dei Colli elenca i ‘punti di forza. Lo fa, come detto, alla presenza del governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Ringrazia il personale, Giordano, “per lo sforzo fatto per poter digerire in un tempo rapidissimo un movimento di pazienti tale da creare condizioni di difficoltà”. E al governatore chiede “unità operative di scarico agli ospedali Monaldi e Cotugno”. Una scelta, quella di riaprire il prontosoccorso del Cto, che De Luca, rimanda a “ragioni di onore, discuola medica e di ragione funzionale visto che c’era un solopronto soccorso ed era quello dell’ospedale Cardarelli”.

Ed invece si è scelto di “moltiplicare intorno a Napoli i pronto soccorso o comunque le strutture di prima emergenza”. E quindiFrattamaggiore, Giugliano, Pozzuoli e poi “le scelte sull’orlo della pazzia di riaprire il pronto soccorso del Cto e l’Ospedale del Mare”. “Ecco perché voglio ringraziarvi – ha detto rivolgendosi agli operatori – perché siete stati obbligati, forzati, violentati a raggiungere un obiettivo che ritenevamostrategico nell’organizzazione della sanità di Napoli e della Campania.”Qui o decidiamo o la Campania affonda in una palude senzafondo – ha concluso – senza determinazione ci avrebbero fatti a pezzi”.