Cuore, la prevenzione fa tappa a Benevento
30 Gennaio 2020“I protocolli proposti hanno come obiettivo di ridurre la mobilità inter-ospedaliera dei pazienti, di semplificare l’attività dei medici e, in generale, alleggerire la spesa pubblica”.
A Benevento la salute in primo piano con un’iniziativa straordinaria, grazie alla quale scendono in piazza i medici, puntando l’attenzione sulla salute del cuore. Si affronta il tema della stenosi aortica con il progetto “Tavi è Vita”. È la seconda edizione a livello nazionale, dopo quella tenutasi in Piemonte. Il format campano – giova sottolinearlo – presenta una novità importante; questa che è stata definita la “Settimana della Salute” coinvolge, infatti, oltre ai cardiologi interventisti del GISE e i cardiochirurghi della SICCH, anche i Medici di medicina generale, pronti per visite e consulti gratuiti. “Tutte le iniziative che promuovono salute – spiega il presidente dell’Ordine dei medici di Benevento, Giovanni Pietro Ianniello – sono da sostenere. Come Ordine abbiamo subito aderito; quello della stenosi aortica è un tema complesso che merita però di essere lanciato con forza. Il coinvolgimento dei medici di medicina generale è importante perché sono la base di un sistema sanitario di eccellenza.
Il medico di famiglia è colui che meglio conosce la storia clinica dei pazienti e che può e deve essere responsabilizzato su temi così importanti, consigliando se necessario una visita specialistica”. L’obiettivo del programma è volto a sensibilizzare le istituzioni, la comunità medico-scientifica e l’opinione pubblica sul tema della stenosi aortica e su una tecnica operatoria (la TAVI, appunto) che consente di ottenere migliori risultati in termini di salute con un risparmio di risorse a carico del Sistema sanitario. Obiettivo importante, (promosso da Medtronic) che non a caso è stato ideato e realizzato dalla Società italiana di cardiologia interventistica in collaborazione con la Società italiana di chirurgia cardiaca e la Società italiana di cardiologia. “La stenosi aortica – dice Giuseppe Tarantini, presidente GISE e responsabile del progetto “TAVI è Vita” italiano – è una delle malattie più comuni delle valvole cardiache dal momento che, in Italia colpisce oltre 1 milione di persone e il 10 per cento della popolazione oltre i 65 anni è la fascia più colpita. La tecnica operatoria TAVI è una procedura estremamente innovativa, ma ancora sottoutilizzata.
A oggi, infatti, sono soltanto circa 110 i pazienti trattati ogni milione di abitanti rispetto ai circa 250 per milione di abitanti che meriterebbero il trattamento secondo le evidenze cliniche”. E sono molte le barriere, di prevalente natura organizzativa ed economica, che ostacolano la diffusione della TAVI; con qualche aggravante – tanto per non cambiare – per le regioni meridionali “dove – spiega Giovanni Esposito, professore ordinario di cardiologia e direttore Cardiologia interventistica e strutturale Università Federico II di Napoli, GISE – la mancanza di standard organizzativi per la gestione e la cura dei pazienti con stenosi aortica severa si associa e aggrava la problematica finanziaria e favorisce il triste fenomeno della mobilità passiva ovvero delle migrazioni dei pazienti, oneroso per le amministrazioni regionali ma anche per i cittadini.
TAVI è Vita ha tra gli obiettivi principali quello di sensibilizzare i medici del territorio e soprattutto creare un network all’interno del quale i pazienti e i medici coinvolti nella loro cura possano muoversi con facilità e ottenere il miglior risultato terapeutico. In questo contesto – aggiunge – e, secondo un modello di organizzazione unico in Italia, in Campania è possibile che pazienti afferenti a centri in cui non si effettua la TAVI possano essere sottoposti alla procedura in strutture di riferimento e continuare la degenza presso l’istituto di provenienza. Questo sistema si propone di ridurre la mobilità inter-ospedaliera dei pazienti, di semplificare l’attività dei medici e, in generale, alleggerire la spesa pubblica”.