Danilo De Falco, la Pallavolo è la mia salvezza
31 Dicembre 2021La Pallavolo è uno dei giochi di squadra più amati e praticati in Italia, contribuisce a tenere in allenamento il fisico, è divertente e aiuta chi lo pratica a stare bene. Questo sport è adatto alle persone di tutte le età e in quanto sport di squadra alimenta il senso di appartenenza, ci si sente parte di un gruppo e si impara così ad aiutarsi, e motivarsi, a vicenda.
Oggi parliamo di sport, Covid e salute con un valido esponente di questo gioco: Danilo De Falco.
Gioca tutte le giovanili con la Volley World che lo accompagna nel suo percorso di crescita, dall’Under13 all’Under20. Dopo due anni di stop che lo hanno tenuto fuori dal 2018 al 2020 è tornato in campo nel 2021 con la vittoria della Coppa di Divisione Maschile. Quest’anno gioca in serie D come schiacciatore.
Come hai vissuto e come vivi la paura della pandemia e del contagio?
Nel corso della prima ondata, la paura era davvero tanta perché abbiamo lottato contro qualcosa di ignoto e pericoloso. Con il passare del tempo, grazie anche all’aiuto fondamentale della scienza e ai vaccini, la paura si è trasformata in speranza e ottimismo. Adesso, però, quando sono passati ormai due anni dall’inizio della pandemia, stanchezza e rassegnazione prevalgono sulle altre sensazioni. Nonostante i vaccini stiano dando un contributo eccezionale per uscire da questa situazione, diversi politici continuano ad attuare misure fin troppo restrittive. Così non ne usciamo più.
Io, personalmente, faccio parte di quelle migliaia di persone che hanno beccato il Covid-19 nel corso di queste feste natalizie. Febbre, mal di gola e tosse mi hanno colpito duramente, ma sono sicuro che uscirò da questa situazione il prima possibile. Eppure, mi sento di dire che bisogna imparare a iniziare a convivere con il Covid: non è possibile bloccare nuovamente l’intero paese per un virus che adesso è più virale, ma molto meno potente, soprattutto per chi è vaccinato con almeno due dosi. Bisogna prendere decisioni diverse per vaccinati e non vaccinati, soprattutto per quel che riguarda la quarantena.
Quanti danni hanno causato allo Sport in generale ed al Volley in particolare le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?
Davvero troppi. Alcune società non hanno retto i danni economici della pandemia e sono “morte” a causa di questa situazione. Una tristezza infinita, visto che lo sport è stato d’aiuto durante il Covid: era l’unico modo per evadere di casa.
Inizialmente, in una situazione nuova e inaspettata per tutti, credo che il lockdown totale sia stata una buona scelta per limitare il contagio. Ma la situazione è andata avanti per troppo tempo e la confusione generale della gestione politica ha messo in profonda crisi anche società e noi atleti. Regole poco chiare su allenamenti, quarantene in caso di positività e sullo svolgimento dei campionati hanno costretto diversi ragazzi a lasciare questo sport a stagione in corso. E qualcuno di loro non è tornato più, nemmeno quando la situazione si è stabilizzata.
Nella mia squadra, nel corso della seconda ondata, svolgere un allenamento al completo era quasi utopia: tra chi, giustamente, aveva paura di allenarsi ed entrare a contatto con i compagni e chi ha deciso di lasciare la baracca perché estenuato dalla situazione, abbiamo concluso la stagione in 8/9 giocatori.
Quanto valore attribuisci al binomio Sport-Salute?
Noi atleti siamo fortunati: grazie allo sport riusciamo a tenere sempre sotto controllo il nostro stato di salute. Mentre molte persone trascurano visite di controllo periodiche, noi siamo sempre controllati.
Secondo me, se si vogliono raggiungere obiettivi importanti, non bisogna soltanto allenarsi intensamente in palestra: una sana alimentazione ed esercizi fisici quotidiani aiutano ogni atleta a migliorarsi e mantenere uno stile di vita sano.
Oltre a essere molto importante per il benessere fisico, lo sport aiuta molto anche sotto l’aspetto psicologico: l’adrenalina che ti regala una partita, la valvola di sfogo dell’allenamento dopo una giornata no, sono aspetti fondamentali per una buona tenuta mentale.
Cosa ti ha dato il Volley in termini di crescita personale, sociale e professionale?
Pratico questo magnifico sport da dieci anni ormai, ero ancora un bambino quando iniziavo ad approcciarmi a questo mondo. Nei due anni in cui, per scelte personali, sono stato lontano da esso, sentivo che nella mia vita mancava qualcosa di fondamentale, mancava quella forza che mi spingeva ad arrivare al weekend per giocare la partita di campionato. Grazie alla pallavolo sono cresciuto come atleta, ma soprattutto come uomo: senza, non sarei quello che sono adesso.
In più, mi ha fatto conoscere persone fantastiche con le quali ho creato rapporti di amicizia che si fortificano di anno in anno. Per i miei compagni, per la mia squadra, darei tutto: spesso in campo mi arrabbio più del dovuto per difenderli quando sono attaccati.
Riassumendo in poche semplici parole, la pallavolo è la mia salvezza, il mio scopo per dare tutto me stesso e migliorarmi sempre di più.