Danni ambientali, processo all’Italia
5 Marzo 2019Accogliendo il ricorso di associazioni e cittadini la Corte di Strasburgo avvia il procedimento contro il “Bel Paese” per non aver valutato i rischi dell’inquinamento sulla salute.
Ci viene da pensare alla parabola evangelica del giudice iniquo. A furia di alzare la voce e di proporre ricorsi nei tribunali, alla fine quello che sembrava un “sogno proibito” è diventato realtà. Dopo tanti insuccessi, insulti di catastrofismo e di procurato allarme le associazioni ambientaliste hanno fatto bingo.
E questa volta, pur con il rispetto dovuto, non si tratta di giudice ordinario ma della Corte di Strasburgo che ha accolto, sostanzialmente, le istanze delle associazioni ambientaliste, avviando un processo contro il Governo italiano per la situazione nella “Terra dei fuochi”.
La Corte ha accolto in via preliminare i ricorsi ricevuti da cittadini e associazioni che hanno denunciato la violazione dei loro diritti alla vita e al rispetto della vita familiare, sanciti dalla convenzione europea dei diritti umani. I ricorrenti, nel presentare istanza, hanno sostenuto che lo Stato non ha provveduto a mettere in campo misure adeguate per ridurre il rischio derivante dall’impatto di un ambiente devastato sulla salute umana. Non solo, tutto ciò nonostante fosse consapevole del pericolo reale ed immediato che tale problematica poteva causare.
Certo, ancora niente di definitivo, c’è ancora un processo da celebrare ed un confronto da avviare, anche su basi scientifiche, perché non sarà semplice dimostrare il nesso di casualità tra inquinamento e morti per cancro. Ma è già importante iniziare.