Danno erariale per 12, fra dirigenti e manager, della sanità
1 Febbraio 2019La corte dei Conti mette sotto accusa i vertici delle aziende sanitarie campane per aver prodotto un danno economico di circa cinque milioni di euro.
Piove, decisamente, sul bagnato. Non bastassero le formiche, le blatte, i topi, gli scandali ed il Ministro della Salute, adesso, ad aumentare il caos, ci si mette anche la Corte dei Conti della Campania che ha citato in giudizio ben dodici dirigenti delle aziende sanitarie, ospedaliere ed universitarie della regione. Sarebbero responsabili “di un consistente danno erariale” per circa 5 milioni di euro, precisamente 4.881.378 euro.
Mancato rispetto della “spending review” e “spese anomale” a queste conclusioni è giunto il vice procuratore generale Francesco Vitiello per il quale “le strutture pubbliche sottoposto a controllo non hanno provveduto ad adempiere puntualmente” (risparmio del 5%) a quanto previsto “producendo un ingiustificato e illegittimo aggravio di spesa per le casse dell’ente regionale pari a quasi 5 milioni di euro”. Tutto è partito da un’indagine condotta dalla Guardia di finanza che ha passato al setaccio i bilanci di 12 strutture pubbliche campane: Asl di Avellino, di Benevento, Caserta, Napoli 2 Nord, Napoli 3 Sud, Salerno, Azienda ospedaliera dei Colli, Azienda universitaria Seconda Università (ex Sun) ora “Luigi Vanvitelli”, l’Irccs Pascale, Moscati Avellino, Rummo di Benevento, Ruggi di Salerno.
La Corte dei conti, in conclusione annota: “Nel corso degli accertamenti è stata ricostruita l’intera procedura amministrativo-contabile adottata dalla Regione Campania e dalle singole direzioni sanitarie e ospedaliere per giungere alla riduzione delle spese di competenza, rilevandosi la colposa insufficienza dell’attività posta in essere a tal fine che ha subito significativi incrementi solo dopo l’avvio delle attività istruttorie della Procura contabile”.