Dario Bufardeci, vivere nel presente ed essere pronti al cambiamento
10 Febbraio 2021Da un po’ di tempo Tuttosanità, attraverso la nostra rubrica, sta conducendo una battaglia per la riapertura in sicurezza di palestre, piscine, centri sportivi, dando voce a personal trainer, sportivi agonisti e non che hanno sostenuto e sostengono tesi ben argomentate sugli effetti benefici dello Sport sulla salute. Apprendiamo, pertanto, con soddisfazione che il CTS ha deciso di riaprire palestre, piscine e centri sportivi in assoluta sicurezza, con ingressi contingentati e altri presidi atti ad evitare il contagio. Lo Sport non solo aggiunge anni alla vita, ma, come osservava giustamente, Rita Levi Montalcini, Premio Nobel per la scoperta del N.G F nel 1986, è opportuno “aggiungere vita agli anni”. E lo Sport migliora la qualità della vita in maniera olistica.
Una regolare pratica sportiva previene i sintomi dell’ansia e dello stress ed aiuta a rilassare le tensioni muscolari, favorendo il sonno, uno dei più grandi alleati del buon umore. In questo momento triste e desolante lo Sport individuale non ci è vietato, ma possiamo praticarlo all’aria aperta o in casa nostra, con un Personal Trainer che ci guidi e ci consigli a “distanza virtuale”. Dei benefici apportati alla salute dalla pratica sportiva e delle difficoltà del momento parliamo con un valente operatore sanitario che coniuga la sua attività di cura degli altri con la pratica sportiva agonistica. Dario Bufardeci è Dottore in Scienze Motorie, specializzato in fisiologia dell’esercizio clinico;
- master universitario in medicina osteopatica, studente specializzando presso l’I.O.A. di Milano (International Osteopathic Academy;
- laureando in Fisioterapia;
- diplomato fifa in medicina del calcio;
- membro del comitato scientifico ksm (metodo d’eccellenza per la cura dei disturbi muscolo scheletrici) e responsabile del settore sport;
- titolare dello studio di osteopatia e chinesiologia “human zero” a Benevento.
- Terapista della spa di lusso di “Aquapetra” e creatore dei percorsi “Elements”, percorsi di osteopatia e medicina tradizionale cinese al servizio degli ospiti.
- docente dei progetti di educazione fisica per la scuola secondaria di II grado presso il liceo “Alberti” di Benevento
- functional training teacher;
- karate coach;
- fondatore del metodo cross conditioning, metodo di allenamento brevettato fondato sull’utilizzo del proprio peso corporeo come strumento allenante.
- atleta professionista di mma (mixed martial arts) del team legio’s team kombatmania del maestro Gianluca Pinto.
Come ha vissuto e vive Dario Bufardeci la paura della pandemia ed il disagio per le indispensabili misure restrittive?
La pandemia ha colpito un po’ tutti inaspettatamente, o forse no.
Il fatto che da un giorno all’altro la nostra vita è cambiata può far paura a molti individui, ma non a chi ha realmente la visione della sua missione nella vita. Spesso abbiamo la presunzione di pensare che la nostra vita sia sotto il nostro controllo e che ogni evento sia controllabile dall’essere umano, e non c’è pensiero più sbagliato.
La paura è un sentimento che appartiene a coloro che non vivono nel presente, ma proiettano il loro pensiero continuamente verso il “futuro”, un momento che, se ci pensi davvero, non esiste realmente, perché in ogni attimo la nostra vita e le nostre “abitudini” possono cambiare drasticamente, così come è successo con il virus.
Se si è pronti al cambiamento, tutto questo lo vivi con maggiore consapevolezza e, di conseguenza, sai che fa tutto parte del regolare ciclo degli eventi.
Quanto l’attività di un insegnante del movimento è limitata dal “remoto”?
L’attività di insegnare alle persone a “muoversi” non è limitata dal remoto in sé, bensì dalla mancanza di contatto umano, indispensabile per andare oltre la semplice esperienza del gesto motorio. Il movimento per me è l’essenza della vita, è il modo di esprimersi che ha l’anima, all’interno di quella che mi piace chiamare “macchina biologica”.
Insegnare non vuol dire enunciare comandi ad un’altra persona in merito alle azioni che deve svolgere, bensì è un momento di evoluzione psicofisica in cui sia l’insegnante che l’allievo/paziente evolvono verso un nuovo livello di consapevolezza psico-corporea. Alla luce di tutto questo non è l’esperienza del gesto che manca, ma la sua importanza in termini biopsicosociali.
Da operatore sanitario e da atleta agonista si augura, a breve, la riapertura in sicurezza delle palestre?
Assolutamente sì. Anzi, mi auguro che ben presto le palestre divengano dei luoghi di cura e di prevenzione REALE della salute delle persone, non parchi giochi come spesso siamo abituati a vedere. Ancora oggi, spesso, siamo di fronte ad uno scenario in cui l’attività motoria è in mano a molti abusivi e improvvisati del settore, motivo per il quale le palestre non sono e non possono essere considerate un luogo di prevenzione della salute globale dell’essere umano.
Spero presto in una riforma che veda la figura del laureato in Scienze Motorie, coadiuvato da un professionista sanitario, alla guida di palestre e centri sportivi per l’attività motoria preventiva ed adattata alle patologie croniche, in modo da diventare uno strumento ESSENZIALE per il bene di tutta la comunità.