Davide Boscolo: “Cerco sempre di essere una guida ed un motivatore per i miei ragazzi”
15 Dicembre 2021Il calcio a 5 è uno sport di squadra, derivato dal calcio, che ha avuto origine in Uruguay, dove è tradizionalmente conosciuto come fútbol de salón.
Internazionalmente è conosciuto come Futsal.
Oggi abbiamo la fortuna di parlare di Covid, sport e salute con un allenatore delle massime serie di Futsal: Davide Boscolo.
Come ha vissuto e vive la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?
Ho affrontato questa pandemia cercando di andare avanti e di vivere nel possibile la mia vita. Poco prima dell’arrivo del covid, a Novembre 2019, sono diventato Papà e questo evento è stato un rafforzo positivo per quello che avremo vissuto da li a poco. Sono stato a casa durante il lockdown come tanti altri, ed avere un figlio piccolo a riscaldare le giornate è stato sicuramente un fattore che ha aiutato mia moglie e me a stare un po’ più sereni. Un altro aspetto fondamentale è che ho la fortuna di abitare in una cittadina a ridosso delle montagne e proprio dietro casa mia inizia una foresta dove ho potuto “evadere” cercando un po’ di svago nella natura. Fatte queste premesse, dopo quei circa due mesi di chiusura, io ho sempre continuato a lavorare e a partire da settembre del 2020 anche ad Allenare partecipando ad un campionato di interesse Nazionale. In questo primo periodo personalmente non ho avuto paura per la mia persona, ma le mie preoccupazioni andavano più ai miei Nonni vista l’età e a mio figlio. Ho quindi preso tutte le precauzioni necessarie per tutelare la mia famiglia in primis ma anche per rispettare gli altri.
E’ stato decisamente pesante vivere la stagione sportiva 2020-2021, da settembre a maggio circa, e nello stesso lasso di tempo anche la situazione lavorativa non è stata delle più semplici. La fortuna di poter praticare lo sport mi ha permesso di tenere la mente aperta, di uscire di casa e di spostarmi, ma allo stesso tempo mi ha esposto a molteplici rischi. Contemporaneamente il mio lavoro mi ha portato a sua volta a spostarmi mettendomi a contatto con tante persone. Capite perciò che la mia situazione è stata da un lato complicata ma dall’altra parte mi ha permesso di poter evadere da quello che molti hanno vissuto come una reclusione forzata. Nonostante le molte difficoltà e i continui tamponi effettuati per poter accedere ai palazzetti per le partite, l’annata è scivolata via, non senza enormi difficoltà. Fortunatamente sia sul lavoro che nel gruppo squadra abbiamo avuto pochissimi casi di positività e sono state prese tutte le dovute precauzioni per tutelare la salute di tutti.
A Luglio 2021 ho terminato la seconda dose di vaccino come tutti i miei colleghi e tutti i ragazzi del gruppo squadra. Anche se è ancora presto per dirlo, devo dire che questa stagione sportiva la stiamo vivendo molto più serenamente e con molte meno complicazioni. Sarò sincero e diretto come lo è nel mio essere. Le mie preoccupazioni sono sempre andate ai miei cari più che a me. La mia vita in questi anni di Pandemia ha vissuto un periodo particolarmente felice, come ho detto prima sono diventato Papà nel 2019 la prima volta e da poco per la seconda volta. A Settembre 2020 mi sono sposato. Perciò tutto è andato avanti nonostante tutto. Forse questo mi ha permesso di proseguire senza andare nel panico con l’aggiunta che ho potuto continuare a fare quello che più amo: Allenare. Ma allo sesso tempo ho sempre rispettato gli altri, sia chi aveva il terrore di questa malattia, sia chi esponeva le sue teorie complottiste. Per me la vita è sempre stata vivi e lascia vivere, ma nel rispetto di tutte le parti.
Quanti danni hanno causato allo Sport in generale ed al Futsal in particolare le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?
I danni sono secondo me incalcolabili in questo momento ma proverò a farvi capire quanto fosse già critica la situazione prima. Quando ho iniziato il mio percorso da Allenatore mi sono occupato principalmente di Settore Giovanile e Scuola Futsal. La mia Generazione, ad esempio, passava il pomeriggio dopo scuola a giocare ai più disparati sport tra oratorio, piazza e campetto; dopo, alla sera, si andava ad allenamento. Questo ci permetteva di sviluppare le capacità motorie e coordinative in maniere ottimale, quando si iniziava uno sport tutti sapevamo correre, saltare, fare una capriola, ecc. L’avvento della tecnologia, il cambiamento delle abitudini portate da un sempre maggior benessere e la situazione sociale che ha portato a far quasi sparire i campetti con accesso libero e gratuito e il forte ridimensionamento degli oratori ha totalmente spostato gli equilibri. Negli anni Pre-Pandemia ho potuto constatare che venivano ad iscriversi alla nostra Scuola Futsal bambini che avevano sviluppato poco o nulla le capacità motorie e coordinative, qualcuno addirittura che non sapeva come correre; molti di loro vivevano le giornate chiusi in casa a giocare con i videogame e l’unica attività sportiva che svolgevano erano quelle tre o quattro ore che passavano con noi in palestra.
Il Covid ha ulteriormente aggravato questa situazione. Moltissimi bambini e ragazzi hanno smesso di praticare sport, perché la sedentarietà e la reclusione li ha portati a non aver più la voglia o il piacere di fare; ma l’aspetto più preoccupante è che molti hanno anche perso la voglia di comunicare, di stare insieme, i più piccoli invece hanno perso un passaggio fondamentale della propria vita e credo che in futuro vedremo molti giovani con difficoltà di comunicazione e di espressione. Non entro nelle questioni governative, chi comanda ed è chiamato a fare delle scelte immancabilmente prima o poi sbaglia o comunque non accontenta tutti. Si poteva gestire meglio la situazione? Probabilmente si, ma poteva andare anche peggio. Quello che secondo me sarà fondamentale sarà la ripresa e in questo lo sport potrebbe recitare un ruolo fondamentale. In questa stagione sportiva, ad esempio, i bambini sono tornati a praticare sport con continuità e siamo appesi ad un sottilissimo filo. Un ulteriore stop forzato rischierebbe di farci perdere definitivamente intere generazioni di Sportivi sia ai massimi livelli che nel dilettantismo, ed è un rischio che dobbiamo assolutamente evitare.
Per quello che riguarda il Futsal nello specifico i danni invece si possono già vedere. Molte società sono andate in difficoltà economica, perché le nostre realtà vivono grazie agli sponsor esterni, ma giustamente anche il mondo del lavoro è andato in crisi. E di conseguenza avendo meno poter economico sono venuti a a mancare i fondi per mantenere il costo degli affitti delle palestre. Senza dimenticare che molti Istruttori pretendono un rimborso e senza non continuano ad allenare. Il Sistema era malato già prima, ma credo che in questa situazione si veda ancor di più quanto lo sia. Io vedo in questo momento di difficoltà una possibilità per migliorare e ripartire. Io stesso, in primis, mi sono messo a disposizione della Società per dare una mano, coordinare e anche se serve andare sul campo a far divertire i bambini e i ragazzi. Possiamo essere molto più utili come Istruttori ed aiutare questa generazione a tornare ad una vita normale.
Quanto valore attribuisce al binomio Sport-Salute ovvero quanto è fondamentale l’attività sportiva per conseguire e mantenere il benessere psicofisico?
Il Binomio Sport-Salute io lo reputo fondamentale. L’attività fisica ci permette non solo di mantenere il nostro corpo attivo, ma anche di sviluppare altre capacità. Un bambino che inizia a fare uno sport di squadra, ad esempio, entra a contatto con altri compagni, impara a relazionarsi, conosce pian piano il proprio corpo. Se parliamo dello sviluppo dei piccoli assume un ruolo quasi determinante per aiutare la crescita. Inoltre lo Sport ti permette, attraverso le sconfitte e gli errori, di capire che occorre sempre lavorare e faticare per raggiungere il successo e questo aspetto poi lo riporti nella vita.
Anche in questo caso credo che lo sport vada interpretato nella maniera giusta ed usato come mezzo. Troppo spesso assistiamo a scene dove i Genitori invece di essere i primi educatori, spronano i figli nella direzione sbagliata, magari perché credono di avere in casa il prossimo campione o atleta olimpico. Ma la realtà è ben diversa, e sono infatti pochi i bambini che poi riescono ad arrivare ai massimi livelli. A tutti gli altri può però trasmettere ed insegnare. Pensiamo a quanti Atleti dilettanti ci sono, che con passione, umiltà e sacrificio, portano avanti una passione, che oltre a farli divertire, gli permette di scaricare i problemi dalla vita quotidiana. Anche in questo lo sport rappresenta una salute non solo fisica ma anche mentale.
Dico e sostengo questo in primis come uomo di sport ma anche come Padre. Non posso immaginare nella vita dei miei figli l’assenza di sport. Esso può rappresentare una prima vera e propria palestra di vita dove farsi le ossa per quella che poi sarà la vita reale. Non andrà vissuta come un’ossessione, ma come un’esperienza che li aiuterà e magari li accompagnerà per il resto della propria vita. Lo Sport non solo Salute ma è Vita.
Cosa le ha dato il Futsal in termini di crescita personale sociale e professionale?
Il Futsal è una parte importante della mia vita. Mi ha permesso negli anni di maturare, di fare esperienze, di conoscere persone e di visitare luoghi e realtà lontane dalla mia. Essere un allenatore non è solo schemi, tattica o tecnica ma è molto di più. Nel corso della mia esperienza fin qui ho avuto la fortuna di allenare molto le categorie giovanili, soprattutto le Under 15, 17 e 19. In quella fase della vita te non sei solo un allenatore ma sei anche un esempio. I ragazzi ti osservano, ti ascoltano, ti seguono. E tu hai la possibilità di recitare un ruolo chiave nella loro crescita ed è un aspetto che non devi assolutamente sottovalutare. Io in questo mi sono sempre sentito molto responsabilizzato, cercando di essere una guida ed un motivatore prima di qualunque altra cosa, partendo dalle cose basilari: non arrivo mai in ritardo ad un allenamento; non sono mai stato espulso in una partita ufficiale; non accuso mai l’arbitro delle nostre sconfitte; mi assumo sempre le mie responsabilità ammettendo quando spaglio. Questi sono alcuni punti cardine del mio essere allenatore in mezzo ai ragazzi. E’ facile? Assolutamente no. I ragazzi hanno bisogno di attenzione, di essere ascoltati e anche compresi. Ho sempre cercato di trasmettere la mia esperienza, dargli fiducia, spronarli. Tutto questo mi ha arricchito prima come persona e poi come tecnico. I giovani possono darti tanto soprattutto a livello emotivo.
La Società dove alleno mi ha permesso di intraprendere un percorso e di crescere dandomi sempre massima fiducia e questo mi ha fatto maturare notevolmente anche al di fuori nel lavoro e nella vita reale. Quando ho iniziato ad allenare ero un giovane ragazzino di 24 anni, con tanti sogni, timido ed insicuro; oggi mi ha permesso di essere un uomo di 32 anni, un po’ più sicuro di me, con delle ottime capacità relazionali e che sa capire con chi sta parlando. Mi ha dato la voglia e lo stimolo di studiare, di aggiornami e di continuare a crescere, perché nello sport se ti senti arrivato sei finito. Ora non alleno più nelle categorie giovanili, ma ho l’incarico di allenare la Prima Squadra e questo mi ha permesso di aprirmi a nuove sfide. Un conto e gestire un gruppo di giovani, un altro gestire un gruppo di uomini anche più grandi di te e che potrebbero essere ancora tuoi compagni di squadra. Ma anche qui mi sto trovando a mio agio benché sia un’esperienza diversa ma sempre gratificare.
Il Futsal mi ha permesso di capire molto più a fondo me stesso, mi ha dato la fiducia e la forza per maturare e mi ha fatto capire quanto sia importante dare sempre tutto, ogni energia e risorsa per far bene, anche al di fuori nella vita, nella famiglia e nel lavoro. Mi sta tutt’ora permettendo di realizzarmi e di godermi soprattutto il viaggio. Un viaggio dove sono più importanti le emozioni, i legami e i momenti di unione; in mezzo sconfitte e vittorie, gioie e dolori, ogni tanto qualche trofeo. Ma la parte più bella è e rimarrà sempre il viaggio.