Davide Di Stasio, il calcio mi ha insegnato a fare sacrifici
23 Aprile 2022“Senza sogni non si vive, si sopravvive… senza sogni non sei il protagonista della tua vita ma sei solo una scolorita figura che ha accettato rassegnato la propria esistenza, senza squilli, senza sussulti, senza vita…”. (
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un giovane e talentuoso portiere: Davide Di Stasio.
Personalmente da due anni a questa parte vivo con molta attenzione e con un po’ di paura la situazione per via della pandemia perché ci ha tenuti tanto tempo lontani dalle nostre vite quotidiane quindi dallo sport che per noi è vita, e soprattutto perché tante persone sono decedute a causa di questo virus… per quanto riguarda le misure restrittive come ho detto prima credo che siano indispensabili e vadano seguite con attenzione e scrupolo proprio perché questo virus purtroppo non riposa mai, e personalmente credo che sia giusto avere delle misure restrittive severe perché alla base ci deve essere la salute di tutti i cittadini.
Quanti danni hanno causato allo sport le chiusure indiscriminate della prima ora e la confusa gestione politica?
Quando si parla di calcio purtroppo vediamo una grande differenza nella gestione tra professionismo e dilettantismo e di conseguenza anche la gestione è stata diversa o almeno inizialmente, io credo che i danni principali causatisi da questa situazione sono a livello economico e a livello emotivo: a livello economico perché tanti sono stati i ricavi mancati per via delle chiusure degli stadi, e a livello emotivo sia per noi calciatori che per i tifosi è stato un brutto colpo… ritrovarsi a giocare in uno stadio vuoto è sempre un dispiacere soprattutto per chi gioca in squadre con grandi tifoserie, poi per i tifosi credo sia stato altrettanto difficile non poter seguire la loro squadra del cuore per tanto tempo.
Quanto valore lei attribuisce al binomio sport-salute ovvero quanto è fondamentale l’attività sportiva per il conseguimento e il mantenimento del benessere psicofisico?
Io credo che lo sport sia indispensabile per un benessere fisico e allo stesso tempo mentale, perché il raggiungimento di piccoli obbiettivi, che dipendono soprattutto dalla tua voglia di lavorare, ti fa sentire realizzato e quindi capace di poter centrare qualsiasi altro obbiettivo della tua vita quotidiana.
Cosa le ha dato in termini di crescita personale, sociale e professionale l’attività sportiva?
Il calcio fin da piccolo mi ha formato come persona, fin da piccolo mi ha dato la possibilità di imparare a stare in un gruppo, quindi al rispetto verso un compagno e verso un avversario; il calcio mi ha insegnato che nella vita si può vincere e si può perdere ma il giorno dopo si ricomincia sempre da capo con più voglia di prima; ho imparato a fare tante cose da solo già dall’età dei 14 anni, ovvero quando sono andato via di casa, ho imparato a fare sacrifici per quello che ami già a 11 anni, quando percorrevo ogni giorno 160 km per andare agli allenamenti.
Quindi posso dire che il calcio per me è stato fondamentale perché ha formato il mio carattere , la mia personalità e mi sta dando la possibilità di mettere delle basi per il mio domani.