De Luca: “Non ci sono medici, dovremo fare i conti con la chiusura di alcuni Pronto soccorso”
8 Dicembre 2022“A gennaio in tutta Italia avremo una situazione di una difficoltà inimmaginabile e dovremo fare i conti con la chiusura di alcuni Pronto soccorso perché non ci sono i medici. Sono 15 anni che nessuno programma un accidente di niente. In Campania abbiamo fatto almeno 5 concorsi, ma per l’area dell’emergenza-urgenza non partecipano, e quando partecipano dopo 48 ore chiedono il trasferimento ad altre strutture ospedaliere, e non possiamo fare nulla ovviamente per impedirlo”. A lanciare l’allarme è stato il presidente della Giunta della Regione Campania Vincenzo De Luca, a margine di un appuntamento a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno.
“In Italia abbiamo una situazione non di crisi, ma drammatica, per quanto riguarda il personale medico e ospedaliero e in particolare per i Pronto soccorso – ha ribadito – Non hanno fatto niente quelli di prima e non sta facendo niente il Governo attuale. Rischiamo di non poter tenere aperti i Pronto soccorso principali, quelli dove ci si salva la vita. Diventa inevitabile, non c’è altra soluzione”.
“Bisogna prendere delle decisioni a livello nazionale – ha spiegato – La proposta che abbiamo fatto noi è di mettere negli ospedali a lavorare i giovani laureati già dal primo anno di specializzazione. Non c’è nient’altro da fare, altrimenti dovremo ridurci come in qualche altra parte d’Italia dove si pagano i medici a partita Iva. Questo significa in prospettiva che noi distruggiamo la sanità pubblica, perché di questo passo i medici si trasferiranno in settori privati dove guadagneranno il doppio. C’è un problema di personale che non c’è; da un lato nessuno ha programmato l’ingresso di medici in relazione ai pensionamenti e alla mancata partecipazione alle specializzazioni, dall’altro nessuno ha immaginato di integrare i trattamenti retributivi per il personale medico pubblico”.
Una “grande soddisfazione” viene espressa da De Luca per l’accordo in Conferenza delle Regioni sul riparto del fondo sanitario nazionale.
“Abbiamo fatto almeno 5 anni di battaglie all’ultimo sangue per il riequilibrio del fondo sanitario nazionale – ha sottolineato – Per 10 anni la Campania è stata derubata ogni anno di 220 milioni di euro, perché i criteri di riparto del fondo sanitario erano totalmente squilibrati. Per la prima volta hanno deciso di considerare anche il livello di deprivazione sociale, cioè lo stato generale di povertà in alcuni territori, e l’aspettativa di vita che in Campania è più bassa rispetto al resto d’Italia. Questo ci consentirà di recuperare, dal 2023, i 200 milioni di euro che ci rubavano fino ad oggi”.
“Quando si tratta di fare il riparto dei fondi in Italia è una guerra, nessun territorio rinuncia a nulla – ha evidenziato – La forza della Campania è che abbiamo proposto sempre una linea di coerenza: non di avere di più, non vogliamo nemmeno la solidarietà, ma vogliamo per tutti i cittadini italiani gli stessi diritti e doveri”.