De Luca sul PD: “Il partito nelle mani di un gruppo dirigente di miserabili
20 Dicembre 2022C’è chi non le manda a dire. Rispetto allo scandalo che sta attraversando il Partito Democratico il governatore della Campania non si è tenuto più. Ha dato fondo al suo migliore repertorio, non risparmiando niente e nessuno. Dall’inchiesta a Bruxelles sulle tangenti emergono “cose che indignano, vergognose. Ma al di là dell’indignazione per la corruzione, quello che mi colpisce, rispetto al Pd, è la verifica che il partito è stato nelle mani per 15 anni di un gruppo dirigente di miserabili, al di là di questa vicenda da sola”.
Si è espresso così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che è riuscito a prodursi in un attacco violento al suo partito, riuscendo a fare meglio del miglior Sgarbi o di un puntuto esponente di Fratelli d’Italia, mandato in campo con “licenza di uccidere”.
“Miserabili – ha aggiunto De Luca – sul piano politico, costituito al 99% di presuntuosi e all’1% di nullità politiche, salvo qualche rara eccezione. Indigna che chi ha governato il partito continua a dare le carte, a fare interviste a assumere incarichi, pur essendo totalmente al di fuori della società italiana, anime morte, seppelliamole”.
“Mi auguro – ha completato il vulcanico presidente della Campania – che dal congresso possa arrivare un rinnovamento del Pd, ma è un’impresa quasi impossibile. C’è da augurarsi per l’equilibrio della vita politica italiana che ci possa essere un rinnovamento radicale e totale di tutta la classe dirigente, un’impresa al limite”. “Il presupposto – ha concluso De Luca – è mettere da parte tutti quelli che in 15 anni sono stati in organismi dirigenti del Pd e nei governi nazionali. Tutti, nessuno escluso. È l’unica possibilità di creare una vitalità di democrazia italiana e una forza progressista che garantisca dialettica politica seria nel Paese”.
Ed infine la nota personale: Se ho pensato di candidarmi al congresso Pd. Sì e no. Ma con queste regole congressuali credo che davvero ci sia tanto tempo da perdere e quindi è meglio lavorare sulle cose serie. Vediamo ora cosa succede, servirebbe un miracolo e vediamo se accade. Ma per le condizioni di oggi è un’impresa quasi disperata”.