Declino cognitivo, in aumento negli under 65
16 Gennaio 2024Il declino cognitivo non colpisce solo le persone anziane, ma può avvenire anche in persone under 65 con esordio giovanile già intorno ai 30 anni e senza segnali apparenti. La demenza ad esordio giovanile (YOD) è associata, secondo un recente studio, a una serie di fattori di rischio, ma quattro in particolare: bassi livelli di vitamina D, ipotensione ortostatica, aumento della proteina C reattiva e vivere socialmente isolati, aprono la possibilità di azioni preventive. Lo rivela uno studio pubblicato recentemente su Jama Neurology.
Lo studio prospettico di coorte guidato da Stevie Hendriks, della Maastricht University in Olanda, ha analizzato i dati relativi a più di 360.000 individui della UK Biobank, di età inferiore a 65 anni e senza diagnosi di demenza al momento della valutazione e seguiti per 8 anni: durante il trial i casi di demenza a esordio precoce sono risultati circa 17 l’anno ogni 100.000 persone. La maggioranza dei “giovani” colpiti aveva tra i 40 e i 50 anni.
Sono 39 i potenziali fattori di rischio identificati dalle revisioni sistematiche della demenza a esordio tardivo e dei fattori di rischio di demenza a esordio giovanile. Eccoli raggruppati in macroaree: fattori sociodemografici (istruzione, stato socioeconomico e sesso), fattori genetici (apolipoproteina E), fattori legati allo stile di vita (attività fisica, consumo di alcol, disturbo da uso di alcol, fumo, dieta, attività cognitiva, isolamento sociale), fattori ambientali (ossido di azoto, particolato, pesticidi e diesel), fattori marcatori del sangue (vitamina D, proteina C-reattiva, funzione stimata della velocità di filtrazione glomerulare e albumina), fattori cardiometabolici (ictus, ipertensione, diabete, ipoglicemia, malattie cardiache, fibrillazione atriale e uso di aspirina), fattori psichiatrici (depressione, ansia, uso di benzodiazepine, delirio e problemi del sonno) e altri fattori (lesione cerebrale traumatica, artrite reumatoide, disfunzione tiroidea, disturbi dell’udito e forza della presa).
La ricerca ha evidenziato i 15 i fattori significativamente associati a un rischio YOD più elevato, ovvero bassa scolarizzazione, basso status socioeconomico, presenza di 2 alleli ε4 dell’apolipoproteina, assenza di consumo di alcol, disturbo da uso di alcol, isolamento sociale, carenza di vitamina D, elevata C-reattività livelli proteici, scarsa forza manuale, disturbi dell’udito, ipotensione ortostatica, ictus, diabete, malattie cardiache e depressione.
Ma i quattro fattori di rischio, potenzialmente modificabili, specificamente associati all’insorgere della demenza prima dei 65 anni, sono risultati: bassi livelli di vitamina D, ipotensione ortostatica (cioè l’abbassamento forte e rapido della pressione sanguigna nell’alzarsi e cambiare posizione), un aumento della proteina C reattiva nel sangue che indica infiammazione, vivere isolati socialmente.
Affermano gli studiosi: «In particolare abbiamo osservato che livelli inferiori alla norma di vitamina D – che ha un effetto neuroprotettivo e, al contrario, livelli alti di proteina C reattiva, sembrano predire le probabilità di demenza giovanile». I ricercatori auspicano che, quando i dati verranno validati da esperti esterni, si potrà incorporare questi e altri fattori di rischio in una strategia preventiva delle demenze.