Decreto Anziani, il Governo ha approvato in via definitiva
18 Marzo 2024Il Consiglio dei ministri ha approvato in maniera definitiva il decreto attuativo della legge di riforma dell’assistenza agli anziani (legge 33/2023), prescritta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). “È una riforma fondamentale per l’Italia, prima in Europa per numero di anziani e seconda al mondo”, dichiara Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, che ha il coordinamento della Riforma, parlando con i cronisti a Palazzo Chigi, dopo il Cdm. Il ’decreto anziani’ avvia una prima sperimentazione biennale: da gennaio 2025 fino a dicembre 2026 sarà erogata la prestazione universale, composta dall’indennità di accompagnamento da 531,76 euro e dal nuovo di assistenza (850 euro), per un totale di circa 1.380 euro mensili. Della prestazione universale potrà godere per il momento una mini-platea di circa 25mila persone già titolari dell’indennità di accompagnamento, non autosufficienti, almeno 80enni, con un bisogno assistenziale ’gravissimo’ e con Isee non superiore a 6mila euro.
“Raggiungiamo un altro obiettivo Pnrr e soprattutto saniamo oltre 20 anni di attesa. Grazie a questa riforma inizieremo a poter dare certezze alle persone anziani in termini di miglioramento della qualità della vita, della possibilità di scongiurare isolamento e solitudine, di semplificare l’accesso ai servizi e promuovere così questa stagione della vita in maniera dignitosa”, afferma Bellucci. “Gli anziani sono la parte essenziale della nostra società – ha sottolineato – hanno fondato la nostra nazione. Questa riforma sarà progressivamente attuata, per far sì che ogni persona anziana possa essere attenzionata, ricevere cure, ricevere amore e quindi migliorare la sua esistenza. Il Governo ha dato priorità a tale riforma e ha saputo recepire le preziose osservazioni di Parlamento e Conferenza Unificata, integrando il testo con i contributi di Senato e Camera e di Regioni, Province e Comuni. Il risultato è un pieno coinvolgimento a tutto vantaggio dei cittadini”.
Sono previsti 500 milioni (250 mln per ciascun anno) per la sperimentazione. Se si sforerà da questo budget recuperato dal ministero delle Politiche sociali dopo un braccio di ferro con il Mef, le condizioni d’accesso potranno essere ulteriormente ristrette. L’assegno di 850 euro, inoltre, sarà revocato nel caso in cui non dovesse essere speso, come previsto dal decreto, per retribuire il lavoro di cura e assistenza svolto da ’badanti’ o per acquistare l’assistenza da imprese di servizi.