Decreto Calabria, cambiano le regole per nominare i manager
26 Giugno 2019Rispetto alle rilevanti novità introdotte dalla norma, appena approvata, il Molise si muove utilizzando la “proroga” biennale degli attuali direttori generali.
La commissione che il governatore ha insediato venerdì scorso è al lavoro. Esamina i dossier degli ottanta candidati che hanno aderito all’avviso pubblico e, conclusa questa prima fase, programmerà gli incontri con gli aspiranti direttori generali per la sanità regionale. Si va avanti, salvo contrordini, e il programma prevede i soliti “colloqui” necessari ai membri della Commissione per preparare il terzetto di candidati da proporre al governatore.
Avanti alla vecchia maniera portando a conclusione l’avviso pubblico programmato dalla giunta regionale alla fine di febbraio?
Dubbi e perplessità cominciano ad affiorare. Il governo gialloverde con il “Decreto legge Calabria” è intervenuto sui problemi della sanità del Sud includendo la revisione dei criteri di selezione dei direttori generali del servizio sanitario nazionale, fermo restando quanto previsto dalla normativa sugli albi nazionali. Il decreto legge integralmente è stato approvato a larga maggioranza dalla Camera e ha ottenuto lo stesso risultato in Senato diventando pochi giorni fa, il 19 giugno, una legge dello Stato. Il “colloquio”, la “chiacchierata” tra l’aspirante direttore generale e la commissione potrebbero diventare retrò, roba superata e inutile.
La legge Calabria (approvata ma non ancora pubblicata dalla Gazzetta) prevede un nuovo mazzo di carte sulla tavola. E chiarisce: “La rosa dei candidati è proposta secondo una graduatoria di merito sulla base dei requisiti maggiormente coerenti con le caratteristiche dell’incarico da attribuire per le Regioni sottoposte alla disciplina dei piani di rientro. In questi casi il presidente effettua la scelta nell’ambito della predetta graduatoria di merito anche prescindendo, previa adeguata motivazione, dal relativo ordine”. Argomento trattato e approvato anche durante uno dei confronti Stato–Regione che prevede la stessa possibilità anche per i presidenti di Regione sottoposte ai piani di rientro.
Il Molise si muove utilizzando la “proroga” biennale degli attuali direttori generali. Al governatore De Luca alcuni politici del Pd avrebbero sollecitato un’iniziativa analoga nella nostra Regione temendo che la legge Calabria possa dar vita a ricorsi per il mancato rispetto di graduatorie di merito.