Dei per immagine e somiglianza
1 Ottobre 2023La scuola…questa favola senza senso eppure ricca di significato” è interprete, nell’immaginario giovanile, della forma più alta di ricerca e sapere. La scuola non è una favola, un mito e non ha nulla di fantastico. In essa è la certezza della conoscenza. La scuola è un tramite per comprendere la ragione, il pensiero antitetico espresso in questa frase dal giovane Jacob, personaggio del romanzo di Robert Valser. Alla scuola egli affida la sua avventura umana perché “È Dio che mi comanda di affrontare la vita”. Un imperativo rivolto alla scuola alla quale il giovane affida la certezza della “maturità”. Un contenitore di umori, gioventù, scienza: un deus ex machina abilitato a decodificare e svelare il mistero dell’esistenza.
“Tutto e niente”. È questo tutto che Jacob pretende. Il tutto della conoscenza dopo aver percorso un viaggio ed essere abilitato a superare il possibile. Esiste una distanza da colmare per giungere a svelare la ragione di un comando (è Dio che lo comanda) che sigla con uno stigma indelebile. Il destino della miriade di Jacob che solcano inquieti lo stesso mare di Ulisse che non ha limite o colonne e raggiungere il Dio che nessuno ha mai visto ma che attira tutti a Se. Svelare di Dio il desiderio di parlare all’uomo e renderlo partecipe di quel “tutto”, del suo stesso mistero. Il resto è inquietudine, distrazione se veniamo soggiogati dalla contingenza, irretiti da false rappresentazioni della realtà.
Platone proietta, sulle pareti della caverna, le ombre.
“Conosci te stesso” era scritto sul frontone del tempio di Apollo a Delfi. Uscire dalla caverna alla luce e la luce è senza ombra di tenebra così saremo Dei per immagine e somiglianza.