Dermatologia, un premio per ricordare Santoianni
16 Luglio 2019La Federico II ha istituito un riconoscimento, riservato agli specializzandi, per ricordare il grande dermatologo. La speranza è che diventi un appuntamento fisso.
Ad un anno dalla scomparsa, un premio ricorda Pietro Santoianni considerato il padre della moderna Dermatologia della Federico II per aver intuito, oltre cinquanta anni fa, l’importanza dei meccanismi biomolecolari e della tecnologia, trasmettendo ai suoi allievi una capacità di approccio che ha consentito di vincere tutte le sfide della rivoluzione digitale. Telediagnosi, target therapies, terapie geniche e staminali, farmacologia personalizzata, gestione integrata multidisciplinare del paziente, sono oggi tra le practices insegnate dalla Scuola di dermatologia diretta dalla professoressa Gabriella Fabbrocini e applicate dall’Unità operativa clinica diretta dal professor Mario Delfino, entrambi allievi di Santoianni.
Le prestazioni a loro attivo richiamano numeri impressionanti: 35mila le visite annue, di cui 15mila di screening, mille per allergologia con oltre 500 ricoveri, 2mila per psoriasi, 2mila per malattie sessuali, micologia e parassitologia con analisi di laboratorio, mille visite pediatriche e circa 8mila asportazioni di cui 200 melanomi maligni, 200 tumori spino e basocellulari e 1.500 nevi atipici, oltre alle prestazioni per i pazienti in terapia oncologica. Per evidenziare l’importanza dell’approccio internistico al paziente, la Dermatologia della Federico II ha indetto un premio alla memoria del professor Santoianni tra gli specializzandi.
Ai vincitori un moderno dermatoscopio. La consegna venerdì 19 luglio, slle 12, nella biblioteca della Clinica dermatologica, via Pansini. “Il nostro auspicio è che il premio diventi un appuntamento fisso – spiega la professoressa Fabbrocini – e un’occasione di confronto scientifico”. Seguendo l’insegnamento del professor Santoianni, il metodo della dermatologia federiciana è assolutamente innovativo, sia per le terapie sia per l’approccio al malato: “Solo l’interazione con gli specialisti del territorio e i medici e pediatri di famiglia – spiega il professor Delfino – consente diagnosi tempestive e un corretto triage”.