Dino Schorn, lo sport mi ha dato tantissimo

Dino Schorn, lo sport mi ha dato tantissimo

18 Gennaio 2025 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Dino Schorn, una lunga carriera, costellata di successi, prima da agonista e poi da master: nazionale di nuoto di fondo; vice campione assoluto 5km, vice campione italiano di categoria nei 1500 s.l.

Da master; campione del mondo M40-45-50-55; vincitore della Finale Mondiale Oceanman categoria 50-59 nella 2km

Guardando ai minutaggi che lei ha trascorso in acqua, viene quasi da dire che il suo elemento naturale sia questo più che la terra ferma.

In effetti in 56 anni di vita sono stato in acqua per 36 contando i 22 del primo periodo: dai 5 appena compiuti ai quasi 27, quando mi ritirai dall’agonismo. Quindi, i quattro nella pallanuoto dai 31 ai 35 anni e poi i dieci da master che ho diluito dai 39 ad ora.

 Lei ha dato tanto al mondo dello Sport ma anche lo Sport le ha dato tanto: su questo fronte in un ipotetico match del dare e avere chi vincerebbe ai punti?

Sicuramente dallo sport ho ricevuto tantissime soddisfazioni che dalla “normale” vita di tutti giorni non avrei potuto avere. Naturalmente ho ricevuto di conseguenza a quanto seminato: non essendo un talento naturale ho dovuto faticare tantissimo, non saltare un allenamento, non risparmiarmi mai portando il mio organismo al limite… Ai tempi dell’agonismo ho studiato all’ISEF di Verona, città che avevo scelto per potermi allenare per un triennio all’I.C.Bentegodi sotto la guida di Federico Bonifacenti a fianco di tanti campioni; l’ambizione di un ulteriore salto di qualità mi aveva poi portato per una stagione al Gymnasium Pordenone dove lavorai duramente con il tecnico sloveno Andrej Znidarsic e l’anno successivo a Roma nel gruppo sportivo della Marina Militare allenato da Maurizio Giacomi e da Cesare Butini, attuale direttore tecnico della Nazionale.

La stessa ambizione che da giovane mi aveva fatto cambiare varie città per ottenere il massimo da me stesso poi nella “carriera” da master mi ha portato a cercare due tecnici che mi avrebbero fatto raggiungere le vette internazionali attraverso medaglie e record: Davide Zara e Gianni Butera.

 Gli sport d’acqua richiedono fisici eccezionali ed anche tantissima costanza negli allenamenti. Quanta parte del suo tempo passa allenandosi e a che tipo di alimentazione si rifà per mantenersi in forma?

Naturalmente da agonista sostenevo allenamenti più voluminosi e quindi più lunghi, ora da master il mio impegno è spalmato sei giorni su sette per complessive otto sedute: un allenamento quotidiano in acqua attorno all’ora e mezzo e due settimanali di potenziamento in palestra.

 La vittoria più bella.

Da agonista senza dubbio quella del 1990 nei 400 stile libero – lui detentore del record regionale su quella distanza – per un decimo di secondo su Marco Braida, poliedrico campione imbattuto in Friuli Venezia Giulia, che l’estate precedente aveva vinto il bronzo con la staffetta mista ai campionati europei di Bonn e nei due anni successivi qualificato nei 200 delfino ai campionati del mondo di Perth e alle Olimpiadi di Barcellona.

Da master quella del 2010 ottenuta negli 800 stile libero dopo un testa a testa durato per tutte le 32 vasche contro un veneto, primatista del mondo, che quattro anni più tardi verrà squalificato due anni per doping.

Il tempo di quel mio 800 M40 sarà il migliore al mondo quell’anno.  

 

Fuori dal mondo dello Sport quali sono i suoi interessi, i suoi hobbies?

Certo lo sport per me è tanto, anzi tantissimo ma non è e può essere tutto.

Mi piacciono, fra l’altro, le biografie sportive interessanti e i libri di Paolo Crepet.

In tv, poi, preferisco seguire  documentari su animali e natura e i vecchi filmati delle teche Rai.