Disordini Mentali, il 50% di questi si sviluppa già sotto i 15 anni

Disordini Mentali, il 50% di questi si sviluppa già sotto i 15 anni

11 Ottobre 2021 0 Di La Redazione

Il 50% dei disordini mentali si sviluppano prima dei 15 anni e i più diffusi in età giovanile sono depressione e ansia. E questa condizione è accompagnata spesso da assenza di una valutazione diagnostica, difficoltà di presa in carico presso i servizi, mancanza di una banca dati nazionale e un alto tasso di dispersione dei pazienti accompagnano.

A raccontare attraverso testimonianze, numeri e riflessioni è stato l’evento ‘Cosa ci dice il cervello’, promosso da Angelini Pharma nell’ambito del progetto Headway 2023 e trasmesso in diretta ieri, in occasione della Giornata Mondiale della Salute mentale.

A pagare fortemente l’impatto psicologico della pandemia sono stati molti giovanissimi, costretti a distanza forzata e lezioni online. I dati del “Mental Health Index” sullo stato della salute mentale in Europa, presentato a Bruxelles da The European House Ambrosetti, mostra come due adolescenti o bambini su 3 siano a rischio di forme depressive a causa dell’impatto della pandemia Covid. “Da un anno e mezzo vedo ragazzi solo attraverso finestrelle su pc – ha sottolineato Fabio Geda, scrittore e educatore – e questo è stato un osservatorio incredibile: entrare nelle case dei ragazzi, vedere chi si collega dal giardino e chi si collega dalla cucina con dietro la mamma che cucina. Ma tantissimi tenevano la telecamera spenta, molti ragazzi non si sono fatti vedere per tutto il periodo della didattica a distanza”.

La pandemia è stata anche un periodo che ha visto dilagare l’uso dei social tra gli adolescenti. Ma questi, sottolinea la filosofa Maura Gancitano, moderatrice dell’evento e fondatrice del progetto Tlon, “sono luoghi virtuali tutt’altro che innocui per la salute mentale, e terreno di tante dinamiche tossiche”. A raccontare coraggiosamente la propria esperienza nel fare i conti con gli insulti ricevuti sul web, è stata la scrittrice Irene Facheris. “Mi ha devastata, mi ha stremato. Ho chiesto aiuto – ha detto – mi è stata diagnosticata una depressione.

Sapere che aveva un nome mi ha sollevato. Mi ha dato la possibilità di occuparmi della mia condizione e mi anche dato modo di incoraggiare tanti altri a fare lo stesso, superando lo stigma che impedisce di parlare di questi temi”.