Distretti sanitari, e se aprirli di sabato diventasse una regola?

Distretti sanitari, e se aprirli di sabato diventasse una regola?

29 Gennaio 2020 0 Di Bruno Buonanno

Il prolungamento dell’apertura di questi importanti riferimenti territoriali potrebbe rappresentare l’autentica svolta in termini di medicina preventiva.

 

Il “Sabato della prevenzione” organizzato dall’Asl Napoli 1 funziona, anche se le aperture dei dieci Distretti sanitari cittadini sono ancora indicate dal direttore generale Ciro Verdoliva come “straordinarie”. Sarà un caso, ma uomini e donne accorrono sempre più numerosi per vaccinazioni, mammografie, pap test, raccolta del sangue occulto per accertamenti sul colon retto. Un avvenimento importante, positivo dal punto di vista sanitario anche se l’apertura dei cancelli d’ingresso dei dieci Distretti rimane un fatto straordinario e limitatamente alla sola mattinata.

Partendo da questa premessa facciamoci una domanda – solo apparentemente provocatoria – al manager della grande Asl cittadina per la quale prevediamo già una risposta. Perché i Distretti e l’assistenza sul territorio durante i week end era e rimane ancora oggi un optional? Perché sono chiuse le porte degli ambulatori (ortopedia, oculistica, diabetologia, laboratori di analisi, cardiologia, risonanza, radiologia, etc. etc.?) senza tener conto che anche di sabato i cittadini potrebbero dedicare ancora più tempo alla cura della persona e alla propria salute.

La conferma sull’importanza del sabato arriva da scienziati e imprenditori come il professore Marco Salvatore che da anni organizza con successo “il Sabato delle idee”, appuntamento culturale che si trasforma in progetti concreti e pratici. I sabato, da oltre venti anni, vedono in strada i camper che organizzazioni di volontariato fanno viaggiare per i più disparati screening gratuiti. L’Asl più grande della nostra Regione osserva e prova a imitare replicando alla richiesta: “Aprite i distretti tutti i sabato, di mattina e di pomeriggio” con un laconico: “Vorremo provarci, ma al momento manca il personale”.

Risposta inappuntabile finché è durato il commissariamento della Sanità che in Campania ha vuotato ospedali e distretti con una voragine di oltre 13 mila dipendenti. La crisi fa parte del passato: sono ripartiti i concorsi, si recuperano medici, infermieri e dipendenti amministrativi dalle diverse graduatorie, si invita chi dovrebbe andare in pensione a trattenersi (se resistono fino ai 70 anni) ancora un po’ in servizio. Aspettiamo notizie ufficiali sui Distretti e su tutta l’organizzazione della sanità territoriale che deve rispondere concretamente alle richieste dei cittadini con un’organizzazione che non sia più “eccezionale”. Il problema territoriale a volte è determinato dalla presenza di numerosi specialisti ambulatoriali – bravi medici, ognuno con una o più specializzazioni – che completano il proprio turno di lavoro settimanale spesso girando tra più distretti.

“Carissime, carissimi” ripete il manager Ciro Verdoliva nell’illustrare ai cittadini i buoni risultati dei “Sabato della prevenzione”. Carissimo manager, faccia sapere in quanto tempo saranno completati gli organici territoriali per garantire ai cittadini – non solo con i medici di famiglia – assistenza nei dieci Distretti che non possono e non devono più funzionare (??) dal lunedì al venerdì. Malattie acute e croniche bussano alla porta 365 giorni l’anno…