Distretto 12 Asl Caserta, qui l’assistenza domiciliare integrata non esiste
30 Novembre 2023Adi è acronimo di assistenza domiciliare integrata. Laddove la parola integrata sottolinea l’aspetto globale dell’assistenza che assicura prestazioni sia di carattere sanitario, sia di carattere sociale.
Questa modalità di presa in carico dell’assistito è garantita in quasi tutta la regione Campania ed anche in buona parte del territorio della provincia di Terra di lavoro. Fa eccezione il Distretto 12 comprendente i comuni di Caserta. San Nicola La Strada, Casagiove e Castel Morrone. In tutto questo territorio con oltre 115.000 assistiti viene assicurata solo l’assistenza infermieristica. Ma non a tutti chiaramente! Gli infermieri vengono garantiti solo alle persone allettate e con piaghe da decubito.
Eppure non è questo lo spirito dell’Adi che nasce proprio con l’intento di evitare ricoveri impropri e di praticare le cure a domicilio, non solo di tipo medico-infermieristico ma anche sociale: prelevare farmaci o generi di prima necessità agli assistiti che sono impossibilitati a deambulare; aiutare gli stessi a realizzare un congruo regime di igiene personale..e così via dicendo.
Si badi bene non si tratta del libro dei sogni ma di quanto prevede la vigente normativa, unitamente ai regolamenti regionali che non vanno interpretati ma applicati eppure, nonostante ciò, alcuni utenti che hanno avanzato richieste di assistenza Adi, si sono sentiti rispondere che, per rientrare nei progetti assistenziali dell’Adi occorre essere allettati e con piaghe. La notizia , in tutta evidenza, è palesemente falsa, anche se rispondente agli indirizzi diffusi dall’Asl. E allora, per ottenere anche l’assistenza sociale cosa bisogna fare? “Rifarsi al Comune ed agli ambiti territoriali di appartenenza”. Avrebbe risposto così una solerte dottoressa dell’Asl di Caserta interpellata sul punto. E per i pazienti che necessitano di un prelievo ematico? “Bisogna rifarsi al terzo piano del palazzo della salute” sito in area Saint Gobin, a cavallo dei comuni di Caserta e San Nicola La Strada.
Insomma il cittadino che ha necessità di questa tipologia assistenziale deve “abbeverarsi” almeno a tre fonti: Asl, Medico di base e Comune, sbattuto da un posto all’altro come se si trattasse di un pacco postale. Sempre che l’assistito abbia incontrato la disponibilità di qualche anima buona in grado di provvedere a queste necessità.
Concludendo, quella erogata dal Distretto 12 non può essere definita un’assistenza domiciliare integrata perché l’integrazione non c’è. Si tratta piuttosto di un sacco vuoto che per mancanza di personale (così almeno si sono giustificati alcuni funzionari) realizza un servizio vistosamente claudicante.