Disturbi alimentari: riconoscere le persone a rischio

Disturbi alimentari: riconoscere le persone a rischio

8 Novembre 2024 Off Di La Redazione

I farmacisti sono tra gli operatori sanitari più accessibili e disponibili al pubblico e si trovano, per questo, nella posizione unica di poter riconoscere le persone che soffrono di disturbi alimentari. Spesso, infatti, chi soffre di questi disturbi fa uso di prodotti da banco come lassativi, pillole dimagranti o altri farmaci per perdere peso. Il farmacista, dunque, può aiutare a educare i pazienti e può fornire consigli, anche a chi si prende cura di loro in queste problematiche.

I disturbi alimentari: tipologie e segnali per riconoscerli

Nel 2019, 14 milioni di persone, tra cui quasi tre milioni di bambini e adolescenti, hanno sofferto di disturbi alimentari. L’anoressia nervosa e la bulimia nervosa comportano un’alimentazione anomala e la preoccupazione verso il cibo, nonché una evidente dismorfia del corpo. I sintomi o i comportamenti correlati a queste malattie possono portare a un significativo rischio di danni alla salute, disagio o compromissione funzionale. I disturbi alimentari, inoltre, possono essere accompagnati da altri disturbi di salute mentale, come l’ansia, il disturbo ossessivo compulsivo e la dipendenza da alcol e sostanze.

Esistono diversi tipi di disturbi alimentari. L’anoressia nervosa è caratterizzata da una grave restrizione nutrizionale associata al desiderio di modificare il proprio corpo. Una caratteristica è l’intensa paura di aumentare di peso e le persone che soffrono di anoressia possono avere capelli e unghie fragili, assottigliamento delle ossa e infertilità. I casi gravi possono causare insufficienza cardiaca, cerebrale o multiorgano e morte. 

Nella bulimia nervosa, invece, i pazienti hanno episodi ricorrenti di consumo incontrollato di grandi quantità di cibo in un breve lasso di tempo. Dopo questi episodi, il paziente adotterà comportamenti per prevenire l’aumento di peso, come vomito forzato, uso di lassativi o diuretici, digiuno e/o esercizio fisico eccessivo. A livello di salute generale, la bulimia può causare squilibri di elettroliti, che possono portare ad aritmie cardiache e ictus o infarto. 

Anche il disturbo da alimentazione incontrollata, noto come Binge Eating Disorder (BED), è caratterizzato dall’assunzione incontrollata di grandi quantità di cibo in un breve lasso di tempo, ma a differenza dalla bulimia, la BED può portare ad aumento di peso e ad obesità e causare le comorbilità associate a questa condizione, come diabete e malattie cardiovascolari.

 Il trattamento dei disturbi alimentari

Il trattamento dei disturbi alimentari si basa su un approccio multidisciplinare che include psicoterapia, educazione alimentare e monitoraggio continuo. La terapia farmacologica, invece, può aiutare un paziente ad affrontare altri problemi di salute mentale associati, come depressione e ansia. Gli obiettivi del trattamento includono il ripristino di una nutrizione adeguata e il raggiungimento di un peso sano.

La psicoterapia è la parte più importante del trattamento dei disturbi alimentari e punta ad aiutare i pazienti a imparare a riconoscere e a modificare la visione distorta sul cibo. Inoltre, si può ricorrere alla terapia di gruppo e anche l’educazione nutrizionale può aiutare. Tuttavia, quando si cerca un nutrizionista o un dietologo, è importante cercare un esperto in disturbi alimentari. 

 

 

 

Fonte: https://www.farmacista33.it/aggiornamento-professionale/30127/disturbi-alimentari-riconoscere-le-persone-a-rischio-ecco-i-segnali.html?ids=aggiornamento-professionale&id=30127