Disturbi digestivi: dieta sana e corretto utilizzo dei farmaci
24 Agosto 2024Ogni anno, l’Organizzazione Mondiale di Gastroenterologia (WGO) celebra la Giornata Mondiale della Salute Digestiva (WDHD) avviando una campagna di salute pubblica globale per aumentare la consapevolezza sulla prevenzione, prevalenza, diagnosi, gestione e trattamento delle malattie e dei disturbi digestivi. Quest’anno, la campagna è intitolata “La tua salute digestiva: rendila una priorità”.
Dare priorità alla salute dell’apparato digerente è essenziale per favorire il benessere generale e migliorare la qualità della vita. L’apparato digerente è fondamentale per l’assorbimento dei nutrienti vitali necessari a sostenere le funzioni corporee e promuovere una salute ottimale. Dare priorità alla salute digestiva consente di gestire proattivamente il proprio benessere, riducendo il rischio di disturbi gastrointestinali e delle complicazioni ad essi associate. Seguire una dieta equilibrata e nutriente, insieme a scelte di vita che favoriscano il benessere digestivo, migliora non solo la salute fisica ma anche l’equilibrio mentale ed emotivo.
Inoltre, dare importanza alla salute dell’apparato digerente promuove un approccio proattivo all’assistenza sanitaria, permettendo di individuare e intervenire precocemente su eventuali problemi, favorendo così longevità e vitalità. Riconoscendo il ruolo centrale dell’apparato digerente nella salute complessiva, le persone possono intraprendere un percorso verso il benessere olistico, garantendosi di poter vivere appieno e con energia ogni aspetto della vita.
La malattia da reflusso gastroesofageo
Tra le patologie più diffuse che affliggono il sistema digestivo, la malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) merita particolare attenzione, colpendo circa il 20% della popolazione. La GERD è una condizione in cui il contenuto dello stomaco, compresi acido e bile, refluisce nell’esofago, il tubo che collega la gola allo stomaco. Questo reflusso provoca infiammazione e sintomi quali bruciore di stomaco e dolore nella parte inferiore del torace.
Il reflusso si verifica quando lo sfintere esofageo inferiore, il muscolo ad anello che normalmente impedisce al contenuto dello stomaco di risalire nell’esofago, non funziona correttamente. Questo malfunzionamento può essere dovuto a vari fattori, tra cui il rilassamento inappropriato dello sfintere, aumento della pressione addominale o alterata motilità esofagea.
I sintomi principali della GERD includono il bruciore di stomaco, un dolore urente dietro lo sterno, e il rigurgito, in cui il contenuto dello stomaco risale fino alla bocca. Altri sintomi possono essere tosse, raucedine, mal di gola, e una sensazione di nodo in gola.
La diagnosi di GERD è spesso basata sui sintomi riferiti dai pazienti e può essere confermata con esami come l’endoscopia o il monitoraggio del pH esofageo.
Le terapie: la parola al gastroenterologo
Durante il recente Symposium sulla Medicina dei Sistemi, tenutosi presso l’Università degli Studi di Milano e promosso da Guna, Marco Astegiano, Gastroenterologo di Torino, ha illustrato le terapie attualmente disponibili per la GERD, con particolare attenzione agli inibitori di pompa protonica (PPIs). I dati evidenziano che questi farmaci sono spesso utilizzati in quantità e durata che vanno oltre la terapia prescritta, con conseguente aumento dei rischi associati al loro utilizzo, soprattutto per i pazienti cronici e per quelli più fragili. Il medico deve informare adeguatamente il paziente sui rischi e sulle interazioni dei PPIs con altri farmaci, educandolo al corretto utilizzo del prodotto e identificando la dose minima efficace.
Dopo quattro settimane di trattamento, è possibile adottare una strategia di deprescrizione, affiancata da misure adeguate a prevenire o ridurre l’effetto rebound. Questa deve essere accompagnata da un’attenta valutazione ed elaborazione di un piano personalizzato che tenga conto delle specifiche necessità del paziente. Tra le varie opzioni percorribili, è stata studiata una strategia che combina la deprescrizione del PPI con l’overlapping di altri prodotti.
“Per procedere con la deprescrizione dei PPIs è fondamentale iniziare analizzando il rapporto tra benefici e rischi” spiega Astegiano. “Successivamente si valutano la condizione clinica e le preferenze del paziente. L’ultima fase è il monitoraggio costante. Questo approccio empatico e personalizzato è essenziale per comprendere le necessità e i bisogni dei pazienti a 360 gradi, per migliorare il loro benessere e la loro qualità di vita sociale, poiché spesso i sintomi sono invalidanti e continuativi. Solo entrando in empatia con i pazienti e studiando la terapia migliore per ciascuno, possiamo svolgere al meglio il nostro ruolo di medici”.
Per migliorare la gestione della GERD, lo specialista raccomanda inoltre, oltre a una gestione farmacologica oculata e personalizzata, una serie di misure da tenere sempre in considerazione, come: perdita di peso per i pazienti in sovrappeso, evitare i pasti nelle 2-3 ore prima di andare a letto, eliminare il consumo di tabacco, limitare i “cibi trigger” e sollevare la testiera del letto per ridurre i sintomi notturni. Inoltre, è essenziale assumere i PPIs sempre lontano dai pasti. Questi accorgimenti possono contribuire significativamente al miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti da GERD.