Disturbi gastrointestinali, ne soffrono 9 italiani su 10
14 Gennaio 2024Nove italiani su 10 soffrono di disturbi gastrointestinali tra i sintomi più frequenti il reflusso gastroesofageo (44%), il bruciore di stomaco (36,8%), dolore addominale (32,4%), gonfiore e meteorismo (28,1%), diarrea (27,1%), difficoltà digestive (25,7%) e stitichezza (25,4%). Sintomi che non solo compromettono la salute dell’apparato digerente, ma hanno ricadute anche su microbiota e quindi anche sul sistema immunitario.
Ne ha parlato Attilio Giacosa, gastroenterologo presso il Centro Diagnostico Italiano di Milano nel corso dell’evento stampa di Assosalute intitolato: “Dalla tavola al sistema immunitario: il ruolo del microbiota intestinale”.
La prima distinzione che va fatta ha spiegato l’esperto è tra microbiota, l’insieme degli oltre mille miliardi di batteri, virus, funghi e miceti che agiscono come se fossero un unico organismo, e microbioma che indica il patrimonio genetico del microbiota. “Il microbiota coinvolge circa 400.000 geni che costituiscono il genoma ‘variabile’, che interagisce con noi e partecipa alla gestione della nostra salute o malattia”.
Il parto, l’allattamento al seno e altri fattori “tra cui l’alimentazione, i farmaci (soprattutto gli antibiotici), le ore di sonno e l’attività fisica, intervengono nella creazione del microbiota”.
“Il microbiota di un bambino – ha aggiunto Giacosa – subisce adattamenti significativi in risposta alle situazioni fisiche ed emozionali che si creano dopo la sua nascita e, con lo sviluppo iniziale, questa modulazione del microbiota, chiamato, appunto, ‘adattoma’, si sviluppa in modo critico ‘pro-infiammatorio’ se il bambino incontra difficoltà alimentari, fisiche o psicologiche mentre si attenua, invece, quando il bambino cresce e sembra stare bene. Tuttavia, se il bambino o l’adulto si troverà successivamente di fronte a difficoltà, questo ‘adattoma’ può riattivarsi in modo esplosivo, stimolando eccessivamente la risposta immune e contribuendo allo sviluppo di stati di malattia di vario tipo con coinvolgimento di patologie digestive o extra-digestive, come l’obesità o stati neuropatologici quali la depressione o malattie autoimmuni o, verosimilmente, cancro. Questo fenomeno è riconducibile al ruolo chiave del microbiota nelle interazioni mente-corpo, evidenziando l’importanza dei primi anni di vita e delle esperienze iniziali nella formazione del microbiota e nel suo impatto sulla salute a lungo termine”.
Non è semplice definire un microbiota ottimale o salutare, mentre è importante parlare di eubiosi intestinale, equilibrio fra le varie componenti del microbiota e di batteri con effetti pro-infiammatori e antinfiammatori, “entrambi presenti nel nostro organismo. L’infiammazione è un elemento sempre più rilevante, collegato a patologie cardiache, degenerazione vascolare, cancro e processi di invecchiamento, rendendo, quindi, il microbiota un fattore di estrema importanza”.
La dieta mediterranea gioca un ruolo decisivo. “Un elemento chiave è rappresentato dalla ricchezza in fibre soprattutto quelle solubili, molto fermentabili, come l’inulina presente in cicoria, aglio e cipolla. Questi prodotti sono tipici della dieta mediterranea e apportano grandi benefici al microbiota. Anche la pectina, abbondante in vari frutti come la mela, svolge un ruolo significativo. Queste fibre interagiscono con il microbiota attraverso processi fermentativi, generando sostanze di grande importanza. Infatti, un aspetto cruciale è rappresentato dai mediatori, ovvero da sostanze prodotte dal metabolismo di batteri del microbiota. Tra questi spicca il ruolo degli acidi grassi a catena corta (SCFA), che fungono da combustibile per vari batteri benefici del microbiota e sono essenziali per il nutrimento delle cellule dell’epitelio intestinale e, quindi, per l’integrità della barriera intestinale”.
In vista del periodo natalizio Giacosa mette in guardia dagli effetti avversi di grandi quantità di alimenti, “specie se superiori alla norma e se accompagnati da qualche bicchiere di vino e spumante” su stomaco e intestino, e ricorda l’importanza di compiere scelte alimentari consapevoli e compensatorie, per preservare la salute del microbiota e di riflesso della nostra salute.
Tra i consigli alimentari per la salute del microbiota intestinale, c’è il “non eccedere in cibi complessi e trasformati, limitando l’assunzione di sughi e alcolici, zuccheri e dolci. Mantenere, poi, un’attenzione costante verso i vegetali, assicurandosi di includerli costantemente nei pasti principali o come spuntino fra i pasti per la frutta. È bene evitare il fumo, soprattutto dopo i pasti, poiché la nicotina può influenzare negativamente i processi digestivi”. “Consumare pasti in porzioni eccessive – ha detto Giacosa – può contribuire a un sovraccarico dell’apparato digerente. Mantenere un senso di moderazione durante i pasti è fondamentale per una corretta digestione e per la salute intestinale. Da ultimo, anche se le giornate più corte e il clima freddo possono imporre una riduzione dell’attività fisica, influenzando negativamente la salute dell’apparato digerente, è importante trovare il tempo per una passeggiata anche nei giorni festivi e dopo pasti più ricchi del solito”.
Assosalute ricorda il ruolo dell’automedicazione e il suo corretto uso in caso di disturbi gastrointestinali per preservare l’equilibrio del microbiota e gestire i piccoli disturbi in autonomia o con l’aiuto del farmacista. Giacosa ha ricordato che tra i farmaci di automedicazione più utili contro i disturbi gastrointestinali, ci sono “gli antiacidi, in grado di bloccare l’acidità di stomaco; gli antisecretivi, con sostanze che bloccano la produzione di acido e permettono di ridurre la quota di succhi gastrici al di fuori dello stomaco; i pro-cinetici, che, stimolando la mobilità dello stomaco, aiutano a svuotarlo del contenuto e a ridurre la sensazione di nausea”. E in alternativa all’acqua calda e al limone, ci sono “gli antigas (adsorbenti intestinali) che tolgono il senso di gonfiore e i gas in eccesso”.
Tra i farmaci di automedicazione che agiscono sulla parte intestinale, ci sono infine i probiotici (fermenti lattici) in caso di anomala turbolenza in sede intestinale; le fibre in caso di stipsi e, viceversa, prodotti che possano bloccare la mobilità intestinale se eccessiva; disinfettanti intestinali specifici per la cosiddetta “diarrea del viaggiatore”, che si manifesta quando si producono tossine a seguito dell’ingestione di cibi contaminati e gli antispastici in caso di mal di pancia e contrazioni addominali. Sono utili, infatti, per ridurre coliche, spasmi, crampi, in particolare sul colon.
Fonte: https://www.dica33.it/notizie/39258/disturbi-gastrointestinali-soffrono-italiani.asp