Domenico Chiariello, nel basket mancano investimenti nel settore giovanile
1 Settembre 2024Domenico Chiariello, secondo assistente dell’ head coach Marcelo Nicola in forza alla Givova Scafati. Nell’ultima stagione ha lavorato da primo assistente e video analyst in quel di Marigliano.
Come è nata e si è sviluppata la sua passione per la palla a spicchi?
La mia passione nasce grazie a mio padre, che ha giocato e vinto con la maglia della sua città e mi ha contagiato con la passione per il Basket. Ho iniziato a giocare da ragazzino e poi non avendo le qualità per diventare giocatore ai livelli che avrei desiderato ho iniziato ad allenare molto giovane a circa 17 anni, iniziando dal basso per poi, piano piano costruire competenze ed esperienze nel corso di tutti questi anni, attraverso un percorso di crescita che continua ovviamente ancora oggi grazie alla passione sconfinata che nutro verso questo Sport.
La regione Campania ha goduto momenti migliori sul fronte del movimento cestistico, basti pensare allo scudetto della Juve Caserta. Qual è la situazione oggi?
Credo che il Basket si sia evoluto profondamente e che rapportarsi ai successi del passato sia complesso e possa anche risultare fuorviante per certi versi, è chiaro che la Campania cestistica può avere margini di miglioramento ma è innegabile che stia vivendo un buon momento , con due piazze storiche nella massima serie come Scafati e Napoli che stanno facendo qualcosa di importante ed hanno dimostrato in questi anni di essere più di semplici comparse , facendo da traino all’intero movimento, ed inoltre stanno vivendo una rinascita altre piazze storiche come Avellino e Caserta a cui auguro di tornare ai fasti di un tempo, la direzione sembra quella giusta..
Un corretto stile di vita ed un’alimentazione bilanciata sono cosa buona per tutti ma diventano fondamentali per un atleta agonista.
Per scelta ho sempre abbinato allo Sport un percorso di studi che potesse ampliare il mio bagaglio di competenze, rendermi una persona più consapevole, sono infatti laureato in Biotecnologie e Scienze della Nutrizione umana, dico questo perché credo di essere una persona che dedica particolare cura a questi aspetti, uno su tutti la corretta alimentazione, che a tutti i livelli gioca un ruolo fondamentale nelle nostre vite ancor di più per chi pratica una disciplina sportiva.
Nella sua avventura sportiva regionale si è imbattuto in due club di rilievo: Scafati e Caserta. Che ricordi ha dell’una e dell’altra esperienza?
Ho vissuto Caserta negli anni dei fallimenti, e la creazione di società con una identità poco chiara ed una fragile organizzazione , non ho ricordi particolarmente positivi di quegli anni ma sicuramente delle persone con cui ho avuto modo di lavorare ne conservo un buon ricordo. A Scafati invece sono arrivato da poco e le prime impressioni sono estremamente positive. Mi sto trovando molto bene e sto imparando e cercando di mettere a disposizione del team le mie qualità ed il mio entusiasmo. Lavoriamo per costruire le basi per provare a toglierci soddisfazioni in una delle LBA di maggiore livello degli ultimi anni, siamo carichi e affamati.
Non per andare indietro con la memoria, ci limitiamo a valutare i fatti. In passato c’è stata una bella fioritura di campioni che si sono imposti a livello nazionale ( Gentile) e maturare esperienze a livello internazionale (Enzino Esposito). Oggi sembra che tutto questo non si verifichi. Cosa sta succedendo?
Questo è un tema complesso e delicato, e non vi è una sola risposta a questa domanda, né ho la presunzione di averla io. Sicuramente da ciò che ho vissuto e visto, fare oggi settore giovanile nella nostra regione è complesso sia dal punto di vista infrastrutturale e ancor di più dal punto di vista retributivo, e lo dico da giovane allenatore, trovare realtà che investono e pagano in maniera consona professionisti che si dedicano al Settore Giovanile è più che raro. Questa carenza multifattoriale andrebbe sicuramente colmata iniziando da questi due Gap che sono le fondamenta per edificare un Movimento Giovanile in salute.