Domenico Latella: “Il basket mi ha dato disciplina e mi ha insegnato a lavorare duro”
17 Gennaio 2022Il basket aiuta a crescere e non solamente a livello fisico, ma soprattutto a livello mentale, come uomo o come donna. Essendo poi un gioco di squadra, il senso dell’amicizia, dell’umiltà e dell’altruismo vengono da sé. Si può dire che il Basket è un po’ una filosofia di vita, quella tipica di chi è disposto a compiere sacrifici per una “vittoria” di squadra, quella di chi vede nel pallone un mezzo di sfogo personale, quella di chi sa prendersi le sue responsabilità, magari quando mancano pochi secondi alla fine della partita, oppure anche quella di chi vuole mettersi in discussione, accettando sconfitte.
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un cestista di lungo corso: Domenico Latella.
Gioca la maggior parte della sua carriera tra la serie C Gold e la serie B, nell’annata 2014/2015 gioca anche in serie A2 con la Viola Reggio Calabria.
Come ha vissuto e come vive la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?
Le prime settimane di lockdown mi hanno trasportato all’interno di una realtà quasi surreale, difficile da immaginare fino ad all’ora, nella quale sono stato costretto ad abbandonare il mondo esterno ed avere timore dei contatti umani; le restrizioni disposte dallo stato sono state obbligatorie ai fini di rallentare quanto più possibile la curva epidemiologica e il numero di decessi.
A quasi due anni di distanza dalla prima chiusura, ci ritroviamo a vivere una situazione analoga, con un aumento di contagi record ed un inserimento settimanale di nuove restrizioni.
Ritengo che nonostante una ripartenza generale, ci sia ancora parecchia strada da percorrere per rendere questo virus parte del nostro passato e non più del presente; quest’ultimo ha causato indubbiamente molti disagi ed a causa delle innumerevoli restrizioni, fatico a ricordare e distinguere la realtà alla quale ero abituato, dove anche una semplice stretta di mano era un gesto abitudinario. Ad oggi invece le continue misure restrittive hanno determinato un affievolimento delle relazioni sociali.
Quanti danni hanno causato allo sport le chiusure indiscriminate della prima ora e la confusa se non cattiva gestione politica?
Sicuramente lo sport in generale, che sia singolo o di squadra, ha sofferto la chiusura forzata e prolungata delle attività, sofferenza causata inizialmente dalle dure ma giuste restrizioni, che successivamente però, una volta usciti ufficialmente dal lockdown non ritengo ci sia stata una corretta attenzione e gestione riguardante lo sport.
E’ apprezzabile senz’altro lo sforzo che Sport e Salute ha attuato nei confronti delle varie società sportive e verso i collaboratori sportivi.
Al contempo però credo ci sia stata parecchia confusione e incertezza da parte degli organi competenti nella programmazione della ripartenza generale delle attività sportive, comportando notevoli disagi a società ed atleti con le continue interruzioni dell’attività ufficiale.
Considerato ciò, si è arrivati a settembre dell’anno scorso, momento che coincide con l’inizio di molte attività sportive, senza certezze e senza un adeguato piano di ripartenza; confusione che persiste oggi stesso, praticando pallacanestro posso notare alcune differenze rispetto alla stagione passata e le misure adottate: mancanza di tamponi settimanali e controlli legati al monitoraggio continuo ai fini di limitare i contagi all’interno delle squadre, ciò ha contribuito sicuramente assieme ad altre mancanze a quest’ultimo aumento dei contagi.
Rimane l’auspicio di una presa di coscienza da parte degli organi federali nel gestire al meglio questa situazione in maniera decisa e definitiva, in modo tale da permettere anche alle società sportive una riprogrammazione e un percorso molto più in sicurezza e con qualche certezza in più.
Quanto valore lei attribuisce al binomio sport-salute, ovvero quanto è fondamentale l’attività sportiva per il conseguimento e mantenimento del benessere psicofisico?
Personalmente ritengo che il benessere psicofisico non possa prescindere dall’attività sportiva, quest’ultimo mi aiuta particolarmente ad avere un equilibrio mentale e fisico, nello specifico grazie alla pallacanestro.
“Mens sana in corpore sano”: per ottenere un benessere personale occorre la necessità di sviluppare ed allenare assieme mente e corpo, sicuramente le motivazioni che spingono la maggior parte della popolazione a praticare attività fisica possono essere molteplici ma ritengo che in cima a queste ultime si possa trovare la salute e il benessere psicofisico.
Inoltre, dopo anni di attività sportiva, ritengo lo sport la mia valvola di sfogo perfetta, la quale mi permette di scaricare stress e tensioni nonché ricevo un duplice benessere all’organismo e alla mente.
Cosa le ha dato la pratica sportiva in termine di crescita personale, sociale e professionale?
Ho avuto la possibilità e l’opportunità di praticare sport sin dalla tenera età e questo mi ha permesso di crescere a livello sociale e sviluppare le mie capacità motorie, divenendo un ragazzo estroverso al quale piace stare all’intero di un gruppo e cooperare, al contempo mi ha aiutato sportivamente parlando nel poter accrescere la mia passione smisurata verso la pallacanestro.
Praticare sport a livello professionistico, mi ha concesso di comprendere meglio la disciplina, il rispetto dei ruoli e il saper lavorare per raggiungere degli obiettivi che siano essi di squadra che personali; queste sono sicuramente delle competenze che a livello professionale mi possono aiutare molto e che ho acquisito nel tempo grazie alla pratica sportiva.
Concludo affermando che la pratica sportiva ha riempito il mio bagaglio personale, arricchendo le mie capacità umane e dandomi l’opportunità di praticare lo sport più bello del mondo: la pallacanestro.