Ecco la riforma della sanità territoriale
6 Giugno 2022«Con 30 giorni di anticipo rispetto alla milestone europea del Pnrr – scrive il Ministro della Salute Roberto Speranza – ho firmato i contratti istituzionali di sviluppo con tutte le Regioni e le Province Autonome. Sono 6000 progetti per costruire il Servizio Sanitario Nazionale del futuro. Nasceranno 1350 case di comunità, aperte fino a 24 ore al giorno e 400 ospedali di comunità. Così la sanità sarà più vicina ai bisogni delle persone». La missione 6 Salute arriva dunque prima rispetto alle altre ma, per la cronaca, siamo tranquilli pure sugli altri adempimenti del PNRR, i “100 obiettivi” chiesti dalla Commissione Europea. Questa settimana il premier Mario Draghi contava già di averne raggiunti 45; in cambio, arriverà la seconda rata dei fondi europei, circa 24 miliardi (a fine anno sono attesi altri 22 miliardi).
Il ruolo del “DM 71” – Nella missione 6 rientrano in realtà 5 dei 45 progetti. Quattro sono contenuti nella riforma delle cure primarie, quel decreto ministeriale ribattezzato con il numero “71” cui di fatto Speranza accenna. Il primo target si riferisce proprio all’emanazione di un decreto che detti standard strutturali, tecnologici e organizzativi per il territorio. Tali standard devono essere uniformi in tutte le regioni e deve partire un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico, in linea con un approccio integrato “one health”. Il secondo è inerente all’istituzione di 1.350 case di comunità provviste di punti d’accesso ai consultori materno-infantili che offrano eìquipe multidisciplinari di professionisti medici di famiglia, pediatri, medici specialisti, infermieri di comunità, assistenti sociali nonché servizi sociali per anziani e fragili e consultori. Terzo obiettivo, il varo di un modello condiviso ed integrato per erogare l’assistenza domiciliare supportato da telemedicina, domotica, digitale. L’investimento si articola in tre sub-investimenti: Casa come primo luogo di cura per assistere a domicilio entro il 2026 fino al 10% della popolazione sopra i 65 anni; attivazione di 602 centrali operative territoriali-COT per coordinare servizi domiciliari con servizi territoriali, sociosanitari, ospedalieri e con la rete di emergenza, e monitorare da remoto i dispositivi forniti ai pazienti.
Arrivano i CIS – E qui entrano in scena i contratti di sviluppo cui ha accennato il Ministro. Per le COT, una ogni 100 mila abitanti, con l’intesa stato regioni del 12 gennaio scorso sono state finalizzate risorse per 204 milioni di euro. Per la loro attuazione, in quanto fin qui mai sperimentate, sono previsti Contratti Istituzionale di Sviluppo (CIS) che individuano obblighi per ciascuna Regione e Provincia autonoma; il 30 marzo 2022 eÌ stata acquisita intesa sullo schema di CIS che, insieme al Piano operativo, ogni Regione è stata chiamata a presentare entro questa settimana. Il quarto obiettivo è l’investimento sulla telemedicina: per un miliardo circa, finanzia progetti d’interazione medico-paziente a distanza ed una piattaforma nazionale per accreditare i progetti di questo tipo nonché iniziative di ricerca sulle tecnologie digitali in materia di sanitaÌ e assistenza. Quinto “goal”, l’ammodernamento del parco tecnologico ed ospedaliero: un investimento che mira a rafforzare la dotazione degli ospedali e riqualificare i letti di terapia intensiva e subintensiva.
A che punto è il Pnrr – A tutta la scorsa settimana, nella relazione ai ministri del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, su 45 progetti ce n’erano 30 già pronti o quasi, tra cui quelli su scuola 4.0, connessioni a banda larga, efficientamento energetico di teatri e musei. Per altri 15 sono indicati gli step da completare entro giugno: tra essi, c’è l’istituzione del Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici, finanziato con circa 500 milioni; e la Newco 3-I SpAper la Pubblica amministrazione digitale con soci Inps, Inail e Istat, che presterà servizi informatici e di gestione software anche ai ministeri. Al via anche decreti ministeriali volti a favorire mobilità dei ricercatori e semplificare la gestione dei fondi per la ricerca.