“Eek”, la variante giapponese del Coronavirus

“Eek”, la variante giapponese del Coronavirus

6 Aprile 2021 0 Di Luigi De Rosa

Secondo i virologi dell’Università di Milano e dell’Irccs “Galeazzi” che ci siano delle varianti di Covid non deve stupire, si calcola, infatti, che ce ne possano essere 1200.

 

Il Covid non lesina sorprese, e dopo le varianti inglese, brasiliana, sudafricana, nigeriana e californiana, eccoci a raccontarvi della variante giapponese a pochi mesi dall’inizio di quei Giochi Olimpici già rimandati di un anno, i primi che si svolgeranno in un anno dispari. La mutazione della proteina spike E484k, ribattezzata “Eek”, sembrerebbe sfuggire agli anticorpi generati da una precedente infezione da Covid e anche ai vaccini sviluppati finora.  La notizia è giunta in Europa da Tokio, dove il 70 % dei pazienti ricoverati a marzo per Covid, nel Tokyo Medical and Dental University Medical Hospital, e sui quali è stato realizzato il sequenziamento del virus, sono stati infettati da questa variante. Variante che sembrerebbe essersi sviluppata in modo indipendente in Giappone, perché nessuna delle persone affette aveva viaggiato all’estero. La notizia arriva nel corso di una nuova impennata d’infezioni che ha investito la città di Osaka e altre due prefetture dell’arcipelago del Sol Levante, Hyogo e Miyagi. Secondo quanto riportato dalla Reuters la variante giapponese sembra essere più contagiosa; non è chiaro però se sia più resistente ai vaccini. Secondo i virologi dell’Università di Milano e dell’Irccs “Galeazzi” che ci siano delle varianti di Covid non deve stupire, si calcola, infatti, che ce ne possano essere 1200, di cui 400 sono già sotto osservazione, e non è il caso di terrorizzare le persone, a mano a mano che la campagna vaccinale proseguirà e si avranno più persone immunizzate, il virus proverà a crearne altre in grado di eludere i vaccini, ma molte saranno, per così dire, “insignificanti”. Una volta che gran parte delle persone sarà immunizzata contro una determinata variante, altre varianti prenderanno il sopravvento e quindi, sembra acclarato, dovremo abituarci a vaccinarci ogni anno, o ogni due, con prodotti studiati ad hoc. Ma ricordiamoci che l’obiettivo principale dei vaccini è di evitare la morte per Covid. Ammalarsi, grazie all’immunizzazione, con sintomi tutto sommato simili a quelli di un’influenza, ci permetterà di tornare a una vita normale. Bisogna anche aggiungere che il fatto che si scoprano le varianti vuol dire che i ricercatori stanno avanzando sempre più efficacemente nella conoscenza del virus, e quindi stanno apprendendo sempre più informazioni su come si sviluppa e come fare a contrastarlo per sconfiggerlo.