Effetti dei cambiamenti climatici sul patrimonio storico-artistico

Effetti dei cambiamenti climatici sul patrimonio storico-artistico

22 Ottobre 2024 Off Di La Redazione


I cambiamenti climatici, oltre a influenzare le nostre vite, hanno effetti anche su quella dei monumenti, del patrimonio delle nostre città, dei nostri territori? In particolare, provocano un’accelerazione dei processi di degradazione? Ebbene, la risposta è sì.

Per analizzare queste tematiche è stato messo in campo un progetto internazionale denominato “WRENCH – Whispers of Time. Heritage as Narratives of Climate Change”, il cui lancio si è tenuto il 18 e 19 ottobre presso l’Istituto di Storia della Scienza dell’Università Autonoma di Barcellona (UAB). All’evento ha preso parte, in qualità di rappresentante della Città Metropolitana di Napoli, che ha formalmente aderito, il Consigliere metropolitano delegato all’Ambiente, *Rosario Andreozzi*.

“Si tratta – ha affermato il Consigliere delegato – di un progetto sostenuto dal Belmont Forum, organismo internazionale che promuove la ricerca trans-disciplinare sui cambiamenti climatici a scala globale, con il coordinamento dalla UAB e la partecipazione di un ampio partenariato, formato da istituzioni accademiche, come la Middle East Technical University, Durham University, Università della Campania Vanvitelli, e soggetti non accademici, tra cui Hidromod, Coop4Art, DOM, la Diocesi di Ragusa e il Castello di Durham. Come Città Metropolitana di Napoli abbiamo dato la nostra convinta adesione perché riteniamo fondamentale approfondire questi temi al fine di tutelare al meglio il nostro immenso patrimonio storico, artistico, architettonico e paesaggistico”.

“Intendiamo, quindi – ha proseguito Andreozzi – su indicazione del Sindaco *Gaetano Manfredi*, contribuire attivamente, nei prossimi mesi, al processo di costruzione di un Forum dei Paesi del Mediterraneo su cambiamenti climatici e patrimonio, proponendo, tra l’altro, per il prossimo anno una tappa a Napoli”.

I ricercatori svilupperanno metodi per valutare la vulnerabilità del patrimonio culturale al cambiamento climatico, sviluppare strategie di adattamento e strumenti di comunicazione per coinvolgere il pubblico e i responsabili politici.

In particolare, gli studiosi esploreranno l’impatto delle condizioni climatiche estreme – come temperature molto alte o molto basse, vento e precipitazioni – sul degrado accelerato dei materiali da costruzione storici, come tufo, mattoni e calcestruzzo, così come l’aumento del rischio dovuto alle catastrofi naturali (come testimoniato, ad esempio, dalle recenti gravi inondazioni che hanno seriamente danneggiato i siti del patrimonio culturale a Buenos Aires, in Argentina). Il tutto combinando ricerca scientifica e innovazione tecnologica con il coinvolgimento delle comunità locali in un approccio transdisciplinare, attraverso una serie di azioni concrete, organizzate in diversi pacchetti di lavoro.

Saranno scelti, inoltre, 5 siti pilota tra il Regno Unito e i Paesi del Mediterraneo. “Uno sarà anche a Napoli – ha annunciato il Consigliere Andreozzi – stiamo valutando con gli studiosi la compatibilità del Cimitero delle Fontanelle e di altri luoghi del nostro straordinario patrimonio. In ogni sito, il progetto studierà l’impatto del cambiamento climatico sul patrimonio culturale tangibile e immateriale, analizzerà la percezione delle comunità locali e sperimenterà nuove pratiche di conservazione”.