Elicotteri e misteri

Elicotteri e misteri

29 Gennaio 2020 0 Di Gaetano Milone

La Regione smentisce, seccamente, il trasferimento verso Napoli del mezzo di soccorso con base a Pontecagnano, ma questo non basta a frenare le polemiche. 

 

In merito alle notizie diffuse da alcuni organi di informazione, si conferma che l’elicottero del 118 destinato alla copertura delle richieste di pronto intervento per la zona sud della regione, continuerà ad avere come base operativa l’eliporto di Pontecagnano”.

Questo il laconico comunicato partito dall’Ufficio Stampa della Giunta Regionale che annuncia di fatto il ripristino del servizio di eliambulanza all’aeroporto di Pontecagnano (mezz’ora prima dell’alba e mezz’ora dopo il tramonto, sulla carta) da parte della società Elidaunia, interrotto giovedì 23 gennaio – come denunciato in anteprima dal nostro giornale, e raccolto e verificato, da molte testate soprattutto nel salernitano – con il trasferimento del velivolo all’ospedale del Mare per espletare servizio notturno su Capri in appoggio all’altro elicottero, di proprietà della Elilombarda di stanza 24 ore su 24 al Cardarelli, in idonea ed autorizzata struttura.

Excusatio non petita accusatio manifesta avrebbero detto gli antichi latini. Ma procediamo con ordine. Ieri mattina, 28 gennaio, il velivolo di Elidaunia, dopo una puntata a Pontecagnano per controllo tecnico, non effettuabile per mancanza di idonee attrezzature e di un hangar al coperto all’ospedale del Mare, alle ore 12.00 era di nuovo a Napoli, sguarnendo di fatto, ancora una volta, il salernitano, per il servizio notturno in provincia di Napoli. Da domani, oggi per chi legge, dovrebbe ritornare a Pontecagnano in diurno e ritornare a Napoli al calar delle prime tenebre. Un’operazione logorante per gli stessi operatori, in attesa che l’Enac verifichi : l’idoneità dei locali di stazionamento e riposo del personale di volo; gli interventi di manutenzione; requisiti per il  personale medico e paramedico; la presenza in loco di materiali ed attrezzature per assicurare la manutenzione della linea; la possibilità di operare soccorso alpino se richiesto; la conformità dei locali per immagazzinare gli equipaggiamenti addizionali, galleggianti di emergenza, termoculla, area per la sanificazione dell’elicottero a seguito degli interventi effettuati; la disponibilità di eventuali aree per il ricovero dell’elicottero in caso di condizioni meteo avverse o per interventi di manutenzione se da effettuare in loco. Intanto sulla vicenda è intervenuta l’europarlamentare Lucia Vuolo con un duro comunicato:

“La decisione di privare le province di Salerno, Benevento ed Avellino del servizio di elisoccorso attivo a Pontecagnano Faiano è la dimostrazione che la Sanità campana non ha ancora archiviato l’era del commissariamento.

E’ questo il commento dell’europarlamentare della Lega sulla decisione “dell’Asl Napoli 1 che, dal 23 gennaio scorso, ha sospeso il servizio di elisoccorso in provincia di Salerno che serviva  anche i territori di Benenvento ed Avellino, per potenziare il servizio notturno  dell’area napoletana e, in particolare, di Capri”. Se questo è il modo di gestire la Sanità siamo davvero a un punto di non ritorno – ha detto la Vuolo. In questo modo  si scopre un territorio che conta 1.797.526 abitanti.

Di chi sarà la colpa se ci troveremo davanti a delle tragedie annunciate?

Capisco la smania di voler fare campagna elettorale ma privare tre province di un servizio che era attivo dal 2002 è davvero un record negativo che questa amministrazione regionale aggiunge a quelli già ottenuti in questi mesi”.

Una questione su cui la Vuolo si aspetta subito un dietrofront da parte degli organi preposti: “Il diritto alla salute va garantito. Se c’è bisosgno di un altro elicottero sulla provincia di Napoli si eliminino gli sprechi che in questi anni la buona politica ha denunciato in Regione e si ripristini il servizio sospeso dal 23 gennaio scorso- ha continuato l’europarlamentare. Non si possono accettare scelte dall’alto, per mere strategie elettorali, che mettono a rischio la vita della gente. In questo modo un cittadino del Cilento, della Costiera amalfitana, della bassa Irpinia o dell’Alto Sannio sono già condannati a morte per un servizio indispensabile che dimostra come la Campania non sia uscita dal commissariamento della sanità”