Enrico Coscioni, occorre investire in sanità
5 Marzo 2021L’arrivo della pandemia ha riportato ancor di più in primo piano, qualora ce ne fosse stato bisogno, i temi della sanità. Misure restrittive ai fini della prevenzione e parole come tamponi, test antigenici, positività e negatività, numero dei contagi e, purtroppo, dei decessi, zone rosse… hanno finito per riempire le cronache dei giornali e le teste della stragrande maggioranza delle persone. Un tragico accadimento che si credeva relegato ai periodi bui della storia e che invece si è presentato pretendendo un tributo di vittime e di sofferenze fra la gente ed un impegno – assorbente – da parte dei Governi nazionali e locali. Approfondiamo queste problematiche con il consulente per la Sanità del Governatore De Luca: Enrico Coscioni. Già Consigliere regionale, Primario di Cardiochirurgia, Docente Universitario a contratto e Presidente nazionale Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali).
Innanzitutto congratulazioni Presidente, per la sua nomina alla guida dell’Agenas e per la sua importante collaborazione in Regione Campania. Quali sono gli obiettivi che si è prefissato per Agenas e non solo?
“In primo luogo, sicuramente rivalorizzare il Programma nazionale esiti (PNE), infatti lunedì c’è stata la presentazione del nuovo piano. Un piano che ha rappresentato per anni un elemento identificativo e qualificante del lavoro dell’Agenzia per la valutazione delle performance e degli esiti ospedalieri. L’altro ambizioso obiettivo è certamente quello di costruire un vero e proprio sistema di valutazione quali – quantitativo delle prestazioni territoriali. Mutuando dal gergo calcistico, il goal consisterebbe nell’ottenere una base concreta alla costruzione di una vera integrazione ospedale-territorio.
Le terapie intensive sembrano poche. Come fare per decidere ed avere il numero “giusto” per il futuro, anzi per l’imminenza data la situazione nuovamente di emergenza pandemica?
“La disomogeneità tra varie aree del Paese è stata sicuramente causata da anni di commissariamento di molte Regioni del mezzogiorno d’Italia. Ciò, nel corso del tempo, ha penalizzato queste ultime sia in termini di immissioni di personale che di investimenti in edilizia e strumentazione. Per alcune Regioni, la ricaduta è stata aggravata dal numero ridotto delle terapie intensive. Con la riorganizzazione ospedaliera a seguito del DM 70 si era assistito ad un primo incremento dei posti di terapia intensiva, fino a che la prima ondata epidemica ne ha reso necessario un ulteriore, importante, incremento. Motivo per cui l’Agenzia ha appena varato un cruscotto di monitoraggio continuo che consentirà di avere sempre chiara ed aggiornata la situazione delle terapie intensive in tutta Italia”.
Risorse: Mes o Recovery Fund per la sanità, o tutti e due. Quale opportunità cogliere e quali le priorità?
“Ciò che attualmente risulta essere prioritario è sicuramente la necessità di investire in Sanità. Si cercherà, pertanto, di realizzare di progetti che consentano di allocare in maniera rapida e concreta le risorse”.
Lei è consigliere per la sanità del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, una delle Regioni più colpite dalla pandemia in questa nuova fase dell’emergenza. Quali sono i suoi consigli al Presidente De Luca per affrontare la situazione pandemica?
“Certo è che la nuova ondata epidemica non ci ha trovati impreparati. Per l’appunto, dai 335 posti letto di terapia intensiva complessivi in Regione Campania siamo riusciti a pianificare ed attivare un totale di 630 posti. Di questi, al momento, 224 sono riservate ai pazienti COVID-19. Con ciò ci riferiamo, ovviamente, ad un meccanismo a fisarmonica a favore dell’efficientamento della gestione organizzativa. Inoltre, abbiamo incrementato in modo sostanziale il numero di ospedali dedicati al COVID tanto che, attualmente, siamo riusciti ad ottenere 2000 posti di degenza COVID nel pubblico e 600 nel privato accreditato”.