Enrico Fetta, tanti infortuni ma mai l’idea di smetterla col calcio

Enrico Fetta, tanti infortuni ma mai l’idea di smetterla col calcio

19 Marzo 2025 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Casertano, giovane talento, Enrico Fetta ha maturato esperienze sia nel calcio a 11 che in quello a 5. Con lui ci intratterremo a parlare del meraviglioso mondo del pallone sia nell’una che nell’altra specialità.

Di lei si potrebbe dire che è un ” eroe dei due mondi”: calcio a 11 e Futsal. Di quale dei due mondi si sente più eroe?

Si, ho avuto la fortuna di conoscere entrambi i “mondi” e, alla fine, vi dico che il calcio a 5 mi ha preso molto di più.

Una sorta di amore a prima vista e, nel tempo, non ho cambiato idea.

Diversi infortuni hanno caratterizzato, in particolare, gli esordi della sua carriera. Eppure lei ha stretto i denti ed è andato avanti. Quale è stata la molla che le ha consentito di procedere spedito nonostante le avversità?

Purtroppo è andata proprio così, durante la mia carriera ho avuto molti infortuni di cui alcuni molto molto seri. Non ho mollato perché io, da quando sono piccolo, sono cresciuto con il pallone fra i piedi quindi non riuscirei a vivere senza. Pertanto finché Dio mi dà la forza io non mollo.

Fra le nuove generazioni serpeggia una fragilità che fa paura. Lo sport può essere una scuola di vita importante. Anche alla luce della sua esperienza, lei cosa ne pensa?

Assolutamente, lo sport insegna a vivere, a socializzare. Ti trasmette i principi essenziali del vivere sociale ti dà le regole giuste del vivere civile. Insomma, la pratica sportiva dà quella educazione cosa che ai ragazzi della mia età, ma soprattutto ai più piccoli, purtroppo manca.

Rispetto all’alimentazione, avendo conosciuto gli elementi base lei procede da solo o si fa aiutare da un nutrizionista?

Io mi faccio seguire da un nutrizionista perché sono i dettagli a fare la differenza quindi ho preferito affidarli ad un. Professionista.

Quale è stata l’esperienza più positiva e quella deludente della sua carriera agonistica?

L’esperienza più bella posso riferirla senz’altro a quando abbiamo vinto il campionato a Benevento per andare in A1. Un avvenimento, perché era una cosa mai successa nel capoluogo sannita. L’episodio più deludente è stato senz’altro il secondo infortunio al ginocchio subito dopo essere rientrato dal primo. Una vera disdetta.