Epatite C in calo ma guai ad abbassare la guardia
15 Dicembre 2018L”Aifa annuncia: “Possibile eliminazione dell’infezione da Hcv dall’Italia entro il 2020 con trattamento di almeno 80.000 pazienti l’anno ed aumento dei Centri prescrittori di 50 unità.
Nell’ultimo decennio il dato di incidenza relativo alla diffusione dell’epatite C (Hepatitis C virus) ha fatto registrare una sensibile flessione in tutto il Paese, tant’è che le stime dell’Istituto superiore di sanità indicano una riduzione del 65% dei decessi correlati la patologia entro il 2022, in anticipo persino sull’obiettivo fissato dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Il dato origina dagli ultimi dieci anni di sorveglianza epidemiologica, predisposti dall’istituto superiore di Sanità (Iss), che indica come l’incidenza di epatite C acuta ha continuato a decrescere, stabilizzandosi su tassi tra 0,2 e 0,3 casi per 100.000 abitanti, a partire dal 2009. Nel 2017 l’incidenza è stata pari a 0,1 per 100.000 con maggiore diffusione nell’età fra i 25-34 anni: 0,2 per 100.000 abitanti.
Negli ultimi anni il rapporto maschifemmine è andato diminuendo anche se nel 2017 gli uomini risultano ancora i più colpiti: il 59% dei casi è di sesso maschile.
Val la pena di sottolineare che Il 34% dei casi segnalati nel 2017, è riferito a persone che si sono sottoposte ad un trattamento di bellezza quale manicure, pedicure, rasatura dal barbiere ma anche tatuaggi e piercing. Il 31%, invece, ha avuto rapporti sessuali a rischio (partner sessuali multipli o mancato uso del profilattico in corso di rapporti occasionali). L’esposizione nosocomiale, intesa come ospedalizzazione, emodialisi, intervento chirurgico, endoscopia o trasfusione di sangue, è un fattore di rischio sempre più rilevante: 30% dei casi.
Per quanto attiene ai trattamenti farmacologici completi, la Campania è al quarto posto (98,9). Meglio hanno fatto solo Abruzzo (99,1) di copertura e Valle d’Aosta e Basilicata con copertura massima di100. In dettaglio, il dato è della Direzione generale tutela salute della Regione, sono ben 18.513 i trattamenti avviati nei 26 centri prescrittori distribuiti in tutta la Campania. Trattamenti, peraltro, quasi sovrapponibili alla densità abitativa: 2.567 Na1 Centro; 3.486 al Cotugno; 1.775 Asl Na 3 Sud.
In tutto il Paese si stima che un milione di persone siano portatrici croniche del virus dell’epatite C e di queste almeno 330.000 presentino una cirrosi epatica. Un problema di salute pubblica, oltre che individuale che ormai deve essere affrontato in modo serio competente e sistematico. E’ quanto afferma il dottore Claudio Cricelli, presidente nazionale della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg). “Molti pazienti possono assumere le nuove terapie antivirali che consentono quasi nel 100% dei casi una guarigione completa dall’infezione da virus – aggiunge Cricelli – Il costo del trattamento è elevato e impone una riflessione e il raggiungimento di un equilibrio fra il diritto alle cure costituzionalmente sancito, da un lato, e il governo complessivo del processo – in clima di risorse limitate – dall’altro”. “La maggioranza dei pazienti non manifesta alcun sintomo e non ottiene una diagnosi o un inquadramento clinico precoce – prosegue il presidente Simg – Il medico di medicina generale per la peculiarità del suo ruolo è fra i professionisti della salute più indicato per far emergere la patologia e per avviare il paziente ai nuovi trattamenti e al percorso specialistico più appropriato. Per questo è però necessaria una formazione specifica che deve basarsi non soltanto su aspetti puramente nozionistici, ma anche soprattutto su sistemi didattici basati sull’apprendimento attivo”.