Fabio Baraldi: non arrendersi anche nei momenti più difficili

Fabio Baraldi: non arrendersi anche nei momenti più difficili

13 Gennaio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

I campionati di waterpolo di A1 ed A2 italiani rappresentano una vera eccezione rispetto agli altri campionati europei, in quanto, grazie al coraggio ed alla determinazione della Fin di far proseguire l’attività pallanuotistica in sicurezza, è stato introdotto l’obbligo dei tamponi pre-gara per giocatori, allenatori e dirigenti appartenenti al gruppo squadra. Parliamo di questo con un valente pallanuotista: Fabio Baraldi – 30 anni, emiliano di Carpi, ex nazionale italiano diventato nazionale georgiano – è una punta di diamante del Circolo Posillipo, il giocatore di esperienza nella squadra di Roberto Brancaccio. Baraldi, che con la nazionale azzurra ha vinto il bronzo agli Europei 2014, aveva disputato l’ultima stagione nella Dinamo Tbilisi e ad inizio anno aveva partecipato con la Georgia agli Europei. Tra le esperienze extra pallanuotistiche, la breve presidenza del Varese calcio e la partecipazione al programma “Quelli che il calcio” quando il Carpi giocava in serie A. Fabio Baraldi è stato, altresì, protagonista del bronzo conquistato in azzurro agli Europei di Budapest nel 2014, del 7° posto nella World League di Bergamo nel 2015, del 4° posto ai Mondiali di Kazan nel 2015, del 6° posto agli Europei di Belgrado nel 2016 e sempre nel 2016, del 4° posto nella World League di Huizou e del torneo Preolimpico di Trieste che aveva poi qualificato gli azzurri alle Olimpiadi di Rio 2016.

Come ha vissuto e vive Fabio Baraldi la paura della pandemia ed il notevole disagio legato alle indispensabili restrizioni?

Innanzitutto grazie per l’intervista, per quanto riguarda come ho vissuto la prima fase della pandemia, sinceramente l’ho passata a fare beneficenza, con mia moglie che mi ha sostenuto per assicurare la spesa a circa 2000 famiglie… diciamo che ho reagito alla paura del virus con la voglia di aiutare chi era più in difficoltà! Per quanto riguarda le restrizioni sono state un toccasana per me; mi sono goduto la mia famiglia e i miei figli, ho passato 6 mesi senza prendere aerei, però sicuramente per la linea non è stato il massimo! la bilancia aveva registrato un +8 kg, perderli è stata dura! Cerco di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno senza lamentarmi, non servirebbe a niente…l’importante è reagire sempre!

Nel frattempo per creare posti di lavoro ho aperto anche una gastronomia “PANÀ”, anche se il periodo non è dei migliori ho voluto dare un segnale ai giovani: volere è potere!

Come si sente un atleta del suo calibro, costretto dai fatti contingenti, a giocare senza il supporto dei suoi fan?

Questo è un vero e proprio disagio, giocare senza pubblico è davvero difficile, sembrano tutte partite amichevoli, trovare la concentrazione è difficile, molto difficile! Per questo cerco sempre di stimolare anche i ragazzi più giovani a volte sgridandoli senza motivo ma serve per tenere la concentrazione sempre alta, non è bello, ma si deve fare!

Quale sarà, secondo lei, la proiezione futura della pallanuoto italiana?

La proiezione della pallanuoto italiana sinceramente la vedo molto in caduta verticale, non ci sono figure competenti nei posti chiave. Nella pallanuoto del nostro campionato ci sono 2-3 allenatori secondo me in grado di fare i manager, Campagna, Bovo, Silipo mentre Pino Porzio oggi CT del Canada ha cambiato continente ma per la nostra pallanuoto sarebbero da inserire sicuramente nei quadri dirigenziale della Fin, abbiamo bisogno di figure che conoscano la pallanuoto nel profondo, pregi e difetti, e che lavorino per riportarla al top. Oltre ovviamente a dirigenti preparati, non persone che pensano solo a coltivare il proprio orticello.

Detto questo la pallanuoto per me rimane uno sport bellissimo, che fa parte del mio cuore, anche se, bisogna dire, che da quando avevo iniziato io ad oggi sono cambiate tantissime cose; la prima su tutte che adesso si organizzano gli orari degli allenamenti in base alle disponibilità dei più giovani, che ovviamente, andando a scuola, diversamente non potrebbero prendere parte alle sedute. Quando ero giovane io questo era impensabile! Però basta sapersi adattare… e tutto si supera!