Fabio Picone, il calcio è stato per me un amore a prima vista

Fabio Picone, il calcio è stato per me un amore a prima vista

9 Aprile 2025 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Coach della Polisportiva Nicosia, Fabio Picone dopo una lunga carriera da calciatore ha iniziato il percorso di allenatore-calciatore nella Catenanuova, per proseguire come allenatore nella Leonfortese. All’attivo anche una breve parentesi come vice allenatore a Troina

Fare sport al Sud soprattutto nei piccoli centri, è sempre una cosa complicata, eppure lo Sport è segno sempre di evoluzione positiva personale e sociale. Come mai nel nostro meridione ci sono ancora così tanti ritardi?

Quando parliamo di sport, qualunque esso sia, nel nostro beneamato meridione troviamo mille difficoltà perché disponiamo di meno risorse economiche rispetto al nord e meno strutture adatte per svolgere determinati sport. Nonostante ciò, e a prescindere da queste carenze, attraverso il talento e la voglia di emergere, alcune volte riusciamo pure noi a far giungere dei talenti nelle massime categorie professionistiche.

Diciamo che, in parte, questo processo di ritardo è causato spesso e volentieri da una politica che trascura lo sport. Sul fenomeno negativo incide pure l’assenza di grandi imprenditori disposti ad investire nel meridione, soprattutto per tutte le mancanze citate poco fa.

C’è stato qualcuno che l’ha avvicinata al mondo del calcio o la popolarità di questo sport è bastata?

Sono stato bambino anche io negli anni 90, un periodo d’oro, laddove si giocava a calcio in strada, in situazioni davvero anomale. Ricordo che si giocava in qualsiasi dove ce ne fosse stata la possibilità: a scuola con una pallina di carta nei corridoi; nello spaziale con le Porte fatte con gli zaini; in casa con una pallina da tennis e le porte di casa. Anche se il miglior modo restava sempre l’asfalto di una strada.

Tanto divertimento e molta coordinazione che ci preparava al gioco del calcio nelle nostre società in cui, a parer mio, forse si facevano allenamenti non funzionali alla nostra giovane età. Non avevamo tutte le informazioni che può avere un bambino al giorno d’oggi, non esistevano allenamenti specifici per migliorare coordinazione e tecnica, forse per mancata conoscenza da parte degli allenatori o per carenza di strutture adatte per poter giocare a calcio.

Io mi sono avvicinato al calcio e questa passione me l’ha ha trasmessa mio padre. Fin da piccolo, infatti, mi portava con sé al campo e da lì è nata questo amore, a tratti viscerale, che ancora oggi persiste. Nel frattempo sono cresciuto a pane e calcio e ho giocato fino a qualche anno fa tra i campionati di promozione ed eccellenza, quindi ho deciso di intraprendere la strada da allenatore.

La sua alimentazione da atleta agonista ed ora da allenatore. Si rifà a professionisti o segue schemi già collaudati?

Per quanto concerne l’alimentazione nello sport, io la reputo fondamentale per un atleta e, al giorno d’oggi come non mai, fa letteralmente la differenza.

Io in primis cerco di seguire un’alimentazione tipica della dieta mediterranea, con utilizzo di carboidrati, proteine e una giusta quantità di grassi soprattutto vegetali. Anche se ho smesso con l’attività agonistica qualche anno fa, cerco comunque di tenermi in forma seguendo il regime alimentare “vhe” che per me non è una moda bensì uno stile di vita che mi permette di mantenere un peso forma all’età di 42 anni.

Ai giovani che si avvicinano a questo Sport sognando di ripetere le festa dei loro idoli cosa consiglia affinché restino con i piedi per terra?

I giovani di oggi sono cambiati rispetto a quelli del nostro tempo, proprio per tutte le informazioni di cui dispongono. Alle nuove leve innanzitutto consiglio di studiare e di continuare una carriera scolastica, perché alla fine solamente una percentuale bassissima riesce ad arrivare nei professionisti e, quindi non è giusto alimentare false aspettative.

Anzi, con ogni ragazzo uno che alleno, cerco d’essere il più schietto e diretto possibile, poi se tutto deve andare per il verso giusto e allora sì che bisogna sostenerli per proseguire il cammino e per raggiungere il sogno così a lungo coltivato.

 

Il calcio è l’unico “amore sportivo” della sua vita o c’è stato qualche piccolo “tradimento”?

Il calcio è stato per me un autentico amore. Solo un anno ho intrapreso la strada del futsal, comunemente chiamato calcio a 5 che, ad onore del vero, mi ha aperto un mondo e arricchito professionalmente, perché cura determinati aspetti che nel calcio vengono spesso tralasciati.

Fuori dal mondo dello Sport quali altri interessi coltiva?

Fuori dal mondo del calcio sono appassionato di musica vi vario genere (dai Pink Floyd a Battiato).

Cerco poi d’esser un buon padre di due splendidi bambini e marito di una moglie che mi supporta in tutto ciò che faccio.