Faito, la rimozione della discarica

Faito, la rimozione della discarica

1 Settembre 2019 0 Di Claudio d'Esposito *

Per non dimenticare. Allarmi ed esposti che stanno portando allo sgombero dei detriti che hanno rappresentato una ferita immonda per il Parco naturale.

 I primi appelli e denunce risalgono all’estate 2018, quando gli ambientalisti segnalavano come in località Monte Faito, in via della Fattoria nei pressi del centro sportivo, nel sito adiacente al parco giochi e all’area della festa della castagna, fosse presente un deposito al suolo di enormi cumuli di materiali pietrosi trasportati e sversati dopo le frane causate dagli incendi e dalle successive precipitazioni, ed a seguito delle operazioni di sgombero della strada per il Faito (ex Statale 269).

Nell’esposto del WWF si sottolineava e documentava con foto come il materiale (n.d.r. che giace al suolo dal 20 aprile 2018) contenesse oltre a terreno e pietre anche rifiuti e materiale edile da risulta di vario genere, tra cui alcuni manufatti in cemento-amianto (eternit) probabilmente depositati da ignoti nel sito non sottoposto ad alcun controllo o sorveglianza.

Dopo le denunce, nell’ottobre 2018, in una lettera a firma del Presidente del Parco Tristano dello Joio e del dr. Malafronte inviata al Comune di Vico Equense, alla Regione Campania, ai CCF di Castellammare di Stabia, al Comando Stazione Carabinieri di Vico Equense e, p.c. alla DG Difesa Suolo e alla UOD Gestione delle Risorse Naturali della Regione Campania, si chiedeva di rimuovere il materiale dal soprassuolo boschivo del Parco.

Tuttavia, fregandosene della richiesta dell’ente parco, in una successiva conferenza dei servizi indetta il 7 dicembre 2018, la Regione Campania Genio Civile e Difesa Suolo e l’Ente Parco Regionale dei Monti Lattari rappresentati dal dr. Malafronte (n.d.r. lo stesso che a ottobre aveva chiesto la rimozione dei rifiuti!), il Comune di Vico Equense rappresentato da Gennaro Cinque, l’ARPAC con la dott.ssa Fabrizia Giovinazzi e la Città Metropolitana di Napoli rappresentata dall’ing. Giancarlo Sarno, deliberavano di “spalmare” i materiali della discarica nel sottobosco del parco, in un’area fragilissima dove per legge è vietato attivare discariche per qualsiasi tipo di rifiuti!

Da tale riunione risultava infatti che l’ARPAC dava il suo avallo ad un piano di riutilizzo del materiale, non essendoci nulla da eccepire in quanto la caratterizzazione analitica allegata al piano di riutilizzo rientrava nei valori di concentrazione soglia di contaminazione. La conferenza dava quindi parere favorevole affinchè il materiale in questione, definito detritico di natura calcarea proveniente dalla frana che ha interessato la ex Strada statale 269 “del Faito” nel novembre 2017, non solo non venisse rimosso dall’attuale sito ma, nell’ottica di un suo riutilizzo, fosse steso al suolo, previa costipazione e stabilizzazione al fine di colmare/modificare una depressione ivi presente.

E quando nel gennaio di quest’anno il Wwf scriveva al Parco per richiedere accesso agli atti delle analisi effettuate sui materiali e del piano di recupero. Il presidente Tristano Dello Joio rispondeva facendo presente di essere venuto a conoscenza dello sversamento solo a cosa fatta senza mai essere stato interpellato e chiariva che gli atti inerenti le analisi dell’Arpac e il piano di recupero non erano mai stati inviati all’ente parco!

Sulla vicenda era intervenuto anche l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Castellammare, scrivendo sia all’Ente Parco che al Comune di Vico Equense per chiedere l’eliminazione della bomba ambientale.

*Presidente Wwf Terre del Tirreno