Farmaco per la sclerosi diventa rimborsabile
17 Aprile 2019Dopo un lungo viaggio durato oltre 10 anni, i pazienti avranno finalmente a disposizione una nuova opzione terapeutica per fronteggiare la grave patologia neurologica.
L’Agenzia italiana del farmaco ha ammesso ieri alla rimborsabilità la Cladibrina compresse per il trattamento della sclerosi multipla recidivante ad elevata attività. Questo farmaco è realizzato dalla Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico.
La sclerosi multipla è una malattia autoimmune, cronica e infiammatoria del sistema nervoso centrale. Costituisce il più comune disturbo neurologico disabilitante di origine non traumatica nei giovani adulti. Si stima che circa 2,3 milioni di persone nel mondo sono affette da sclerosi multipla, la maggior parte di queste ha un’età compresa tra i 20 ed i 40 anni. La sclerosi multipla e due volte più frequente nelle donne che negli uomini. La sclerosi multipla recidivante – remittente è la forma più comune di sclerosi multipla e circa 85% delle persone con sclerosi multipla sono diagnosticate per questa tipologia.
La causa della sclerosi multipla non è ancora conosciuta, ma si ritiene che il sistema immunitario attacchi la mielina danneggiando il flusso delle informazioni lungo i nervi. Non esiste una cura risolutiva per la sclerosi multipla ma sono disponibili trattamenti che possono rallentarne il decorso.
Dopo un lungo viaggio durato oltre 10 anni, anche i pazienti avranno finalmente a disposizione una nuova opzione terapeutica, che rappresenta il primo trattamento orale per la forma recidivante di sclerosi multipla ad elevata attività e che, grazie al suo particolare meccanismo d’azione, consente una somministrazione per massimo 10 giorni all’anno in un arco temporale di 2 anni e con i 2 anni successivi liberi da trattamento – ha dichiarato il professore Giancarlo Comi, professore onorario di neurologia Università Vita – Salute San Raffaele di Milano, direttore istituto di neurologia sperimentale ospedale San Raffaele di Milano –
“Lo sviluppo di questo trattamento, ha potuto contare su un notevole contributo da parte della ricerca italiana, che, nell’ambito della neurologia, costituisce un’eccellenza a livello mondiale.”
Cladribina compresse ha dimostrato un’efficacia clinica sostenuta nel tempo fino a 4 anni secondo gli indicatori chiave dell’attività di malattia, che includono il tasso di recidiva annualizzato, la progressione della disabilità, e l’attività alla risonanza magnetica (RMN)4,5.
“L’approvazione di Cladribina compresse – dichiara il Diego Centonze, ordinario di neurologia Università di Roma Tor Vergata e responsabile della neurologia dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia) – si basa su studi che hanno coinvolto nei programmi di sperimentazione clinica più di 2.000 pazienti. Si tratta di numeri importanti che consentono di avere un profilo di sicurezza ben definito e rappresentano sicuramente un valore aggiunto di questo trattamento”.