Fascicolo sanitario, quando cancellare i dati e che cosa succede con le ricette

Fascicolo sanitario, quando cancellare i dati e che cosa succede con le ricette

1 Maggio 2024 Off Di La Redazione

Gli italiani hanno fino al 30 giugno per evitare che informazioni “antiche” sulla loro salute, da loro reputate compromettenti, finiscano sul Fascicolo sanitario. Nell’ambito della campagna “sicuri della nostra salute”, che promuove il Fascicolo 2.0 il Ministero della Salute comunica che è possibile opporsi all’inserimento da parte delle Regioni dei documenti anteriori al 19 maggio 2020. Basta loggarsi alla propria area riservata nel portale Tessera sanitaria, con lo Spid, con la carta dei servizi, allo sportello Asl, o anche semplicemente digitando gli estremi della tessera sanitaria. Dal 20 maggio 2020, le regioni si sono allineate nell’alimentazione dei fascicoli e procedono oggi, come reso obbligatorio dalla legge 25/2022, ad inserire referti, ricette e documenti tutte le strutture pubbliche e private convenzionate con il Servizio sanitario. Ma i cittadini possono opporsi all’inserimento dei loro dati. In primo luogo, i dati sanitari di un cittadino non sono accessibili al personale sanitario se quel cittadino non ha dato il consenso all’alimentazione del fascicolo. In secondo luogo, per referti di fino a quattro anni fa, si può evitare l’inserimento. A chi giova, tuttavia, che dati antichi siano oscurati? «A differenza della documentazione clinica cartacea, il fascicolo sanitario ha l’obiettivo di seguire il cittadino dalla sua nascita fino alla morte. Ma ci possono essere fatti clinici che per qualche ragione un cittadino non vuole far sapere neanche in famiglia», spiega Paola Ferrari, avvocata, esperta di diritto sanitario e curatrice del sito legalcorner.it «Ieri quei dati restavano racchiusi nel foglio di carta e non circolavano, oggi nel FSE sono “dissepolti” e possono causare ad esempio danni personali, d’immagine ed economici a distanza di tempo, specie se estremamente sensibili, come una cura per la depressione, una tossicodipendenza, aborti o cure a seguito di un fatto delittuoso come uno stupro, o altri comportamenti a rischio. Anni dopo, un dato accidentalmente appreso può incidere sul futuro di una persona o sulla sua storia lavorativa o tranquillità familiare. Il cittadino avrà comunque diritto anche in seguito a chiedere al suo medico l’oscuramento di referti ed altri documenti. In questo modo i dati pur restando presenti saranno comunque accessibili solo a chi li ha generati ed “oscurati” agli altri sanitari con accesso al fascicolo. L’assistito può decidere di revocare l’oscuramento in ogni momento».

E per i dati archiviati nel Fascicolo dal 20 maggio 2020 in poi? «Per tenere i dati sanitari fuori dal fascicolo – dice Ferrari – il cittadino dovrà rivolgersi al privato puro, spendendo in genere molto, e solo finché tale possibilità sarà consentita». L’inserimento nel FSE del resto offre anche vantaggi. «I sanitari di un pronto soccorso possono costruire rapide anamnesi, anche durante un ricovero in emergenza quando non possono interrogare il paziente per via delle sue condizioni. Ma il Fascicolo come fonte documentale presenta anche limiti oggettivi. Per quanto solo il personale coinvolto nell’iter di cura possa consultarvi le diagnosi nel FSE (nell’ambito di una normativa che autorizza operatori amministrativi, sanitari e medici ad accedere a livelli differenti e definiti per ciascuna categoria) nemmeno il medico di fiducia, come quello di famiglia, può visualizzare i farmaci prescritti al suo assistito fuori dal Servizio sanitario nazionale, da medici privati puri. Ad oggi, rientrano nel FSE solo le ricette SSN e le dispensazioni dei relativi medicinali, oltre che le impegnative per visite ed esami, e la loro accettazione se avvenuta nel pubblico o nel privato convenzionato. Quindi il medico, pur tenuto per quanto possibile alla “riconciliazione” delle informazioni nel FSE, avrà una visione ampia ma incompleta. Per esempio, se su un sito online un paziente, magari in cura per una cronicità, si procura un integratore che a sua insaputa interferisce con le medicine che prende (e ce ne sono) non lo saprà nessuno. Ancorché “implementato”, il FSE non realizza la raccomandazione 17 del Ministero della Salute sulla riconciliazione farmacologica, nata per evitare gli errori in corso di terapia. È forse questo il tratto di strada più delicato da percorrere per far sì che i benefici del Fascicolo superino nettamente i rischi per la privacy».

In coincidenza con la campagna ministeriale, alcuni portali regionali hanno rinnovato le modalità di accesso ai fascicoli sanitari. La Lombardia ha aggiornato il servizio notifiche, offrendo la possibilità di indicare un canale (sms, e-mail) su cui leggere referti e ricette. Con l’occasione, si chiede ai lombardi di rinnovare il consenso all’invio delle ricette dematerializzate tramite i canali utilizzati fin dagli anni della pandemia. Chi non comunica nulla, non potrà più ottenere le medicine in farmacia mostrando il numero di ricetta elettronica sul telefonino. La Regione rileva che il 50% dei cittadini con profilo attivo ha confermato il servizio. Per chi non ha ancora deciso il servizio prosegue e per ora non si interrompe dal 1° maggio. Si può confermare allo sportello Asl od accedendo online alla sezione ‘Profilo e Impostazioni’ del fascicolo sanitario, quindi selezionando ‘Notifiche’ e poi la voce ‘Ricette’ per scegliere l’invio di Sms o e-mail. Ma la richiesta può essere porta anche al medico di famiglia, al pediatra di libera scelta ed in farmacia.

 

 

 

 

 

 

Fonte: https://www.doctor33.it/articolo/60719/fascicolo-sanitario-quando-cancellare-i-dati-e-che-cosa-succede-con-le-ricette