Fausto Scarpitti, il futsal è sport che può dare tanto ai giovani

Fausto Scarpitti, il futsal è sport che può dare tanto ai giovani

20 Agosto 2024 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Molisano doc  Fausto Scarpitti è allenatore di Calcio a 5. Da giocatore ha fatto esperienze importanti successivamente confermate dalla sua brillante carriera di coach.

 Nel suo “girovagare sportivo” c’è una squadra, una città, alla quale si sente particolarmente legato?

 Sicuramente le città alle quali mi sono legato particolarmente sono molte, ma due in modo particolare,: Isernia, il mio paese natale, che agli inizi della mia carriera ho avuto la fortuna di allenare per alcune stagioni, portando due diverse società dalla serie B alla A2, e Grassano, un paesino della Basilicata che ha rappresentato la mia prima avventura fuori casa. In due anni siamo saliti dalla serie B alla A con una cavalcata incredibile, ma ciò che mi è rimasto nel cuore, oltre i risultati sportivi, sono le fantastiche persone che ho conosciuto e che mi hanno letteralmente adottato.

Tecnica sopraffina e velocità di esecuzione sono tra le altre doti richieste ad un calciatore. Quando sceglie un atleta di Futsal quali caratteristiche privilegia?

La tecnica, le conoscenze tattiche e l’atletismo, sono indubbiamente le prime qualità che si guardano in un giocatore al quale ci si interessa, ma poi, prima di chiudere la trattativa, penso sia necessario sapere che testa ha. Un modo rapido per definire tutta la sfera immateriale che comprende la sua intelligenza, il suo carattere, la sua predisposizione al lavoro, la capacità di vivere in gruppo e di integrarsi. Tanti aspetti, insomma, senza i quali, le capacità tecnico-tattiche passano assolutamente in secondo piano. Io sono convinto che nello sport di élite ciò che fa la differenza è avere o meno queste competenze.

Ogni sportivo ha la sua dieta tipo. Quale è quella di riferimento per chi pratica questa attività agonistica?

Da anni mi batto nel mio piccolo affinché si dia un valore sempre più elevato all’alimentazione degli atleti (la mia tesi in Scienze Motorie era proprio su questo tema). Fino a qualche anno fa nel nostro sport non si dava grande importanza a questo aspetto e spesso oltre al pranzo pregara, poco o nulla si dava come indicazione ai calciatori. Negli ultimi anni, però, sto assistendo con piacere a una importante inversione di tendenza con moltissimi atleti che autonomamente curano nei dettagli la propria alimentazione facendosi seguire da nutrizionisti tutto l’anno. Ciò che ancora manca è un lavoro coordinato e centralizzato su questo settore organizzato e gestito direttamente dalle società. Io credo che si debba comprendere che l’alimentazione, sia per la prestazione sportiva, sia per la prevenzione degli infortuni, ha un valore almeno pari all’allenamento stesso e quindi, così come ci si affida ai preparatori fisici per il lato atletico, è necessario affidarsi a un professionista come il  nutrizionista per quanto attiene alla sfera del cibo. Questo soprattutto per i più giovani, affinché possano avere una persona di riferimento che li aiuti a crescere su questo aspetto.

 Il risultato più significativo della sua carriera sia di calciatore che di allenatore.

Nella mia ancora breve carriera da allenatore ho vinto molto nelle categorie inferiori (perdendo altrettanto, chiaramente), facendo una gavetta che mi è stata utilissima quando sono poi arrivato nella massima serie. Ma il risultato più importante l’ho raggiunto nello scorso anno quando, alla guida del Real San Giuseppe, sono riuscito, grazie ad un gruppo straordinario di giocatori, a conquistare la Coppa Italia a Napoli davanti a oltre 3000 spettatori. Un successo travolgente, giunto senza i favori del pronostico, contro vere e proprie corazzate.

Cosa suggerisce ai giovani che intendono avvicinarsi alla sua disciplina?

È sempre difficile dare consigli ai giovani, perché è proprio commettendo i propri errori che comprendono quale sia la strada migliore per loro. In generale penso di poter dire che oggi il calcio a 5 è uno sport che può dare tanto ai ragazzi che ci si approcciano con intenzioni importanti, anche a livello economico e lavorativo. Rispetto a qualche anno fa vedo più spazio per potersi affermare anche nella massima serie, ma senza pensare di poter bruciare le tappe. Come in ogni sport di vertice, servono grande motivazione, umiltà e disponibilità a mettersi a totale disposizione dello staff tecnico per poter ambire a diventare atleti di élite. E dopo tutto questo, bisogna avere la forza e il coraggio di prendere al volo le opportunità che si hanno a disposizione. Perché ciò che spesso fa la differenza tra avere una carriera di successo o meno sta proprio nel cogliere al volo l’occasione che può capitarti. E non sto parlando di fortuna, ma di vera e propria capacità:  avere la personalità e il carattere di giocarsi al meglio le proprie chanches nel momento di maggiore pressione.