Federico Antonucci: “Accettate i sacrifici, un domani vi ripagheranno”
24 Giugno 20231 anno di serie A1, 1 anno di serie A2, 4 anni di serie A3, 10 anni di serie B e Campione italiano under 18.
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un pallavolista professionista: Federico Antonucci.
La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
La fase pandemica è stata sicuramente un momento molto difficile sia per la vita normale che per quella sportiva, in particolar modo eravamo sottoposti a continui controlli per continuare l’attività sportiva ma nonostante tutto si sono registrati numerosi contagi all’interno del mondo dello sport che hanno portato a campionati falsati. Non ho vissuto con troppa paura il periodo essendo stato molto meticoloso in ogni aspetto.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
La pallavolo purtroppo non avendo il seguito ed il ritorno economico del calcio ha sicuramente subito un bel colpo su questo punto di vista, si è notato nel “post covid” come tante società siano andate verso il fallimento ed in generale ad una diminuzione economica per noi atleti.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Ho iniziato a giocare da piccolo insieme ad i miei amici a pallavolo, in quella fase di vita non pensi troppo alla “carriera” sicuramente la spinta di mio padre che ha praticato sport ad alto livello mi ha portato a continuare con una certa costanza.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Credo sia il 70% di un atleta, porsi degli obiettivi è l’unico modo sia per misurarsi sia per raggiungere un risulta oggettivo. Il mio pensiero guida è sempre stato “volere è potere”.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Nella pallavolo ma come in qualsiasi cosa in generale occorre avere la consapevolezza che se si vuole andare avanti in quello che si fa bisogna fare dei sacrifici, oggi giorni molti ragazzi giovani preferiscono altro e tendono ad abbandonare lo sport. Il consiglio che do è di non fermarsi alla prima difficoltà ed accettare i tanti sacrifici che bisogna fare perché un domani tutto questo sarà ripagato in un modo o nell’altro.