Federico Turchetta: “Mettetevi sempre in gioco e cercate di migliorarvi”
26 Ottobre 2023La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Innanzitutto nel periodo iniziale verso Febbraio 2020 sono stato fortunato perché ero in Medio Oriente ad allenare e la fortuna è stata che riuscissi a fare la quarantena riuscendo a rientrare in Italia prima per questioni relative a conflitti interni al paese e poi a non ripartire per i primi casi in quelle zone e chiusure aeroporti che fortunatamente mi hanno fatto rimanere in Italia. È stato sicuramente un periodo drammatico per tutti in cui a chi più e a chi meno ma ha radicalmente cambiato e condizionato il percorso di vita e anche a distanza di tempo c’ è ancora chi si trascina le vicessitudini di quanto vissuto, tante dinamiche hanno inciso e continuano ad incidere soprattutto sulla salute mentale dai più piccoli ai più adulti, tematica molto molto delicata e importante. Per quanto riguarda lo sport, sono stato fortunato che allenando in quel periodo dopo il rientro in Italia e l’ esperienza del Medio Oriente in una società professionistica che era il Südtirol, potevamo allenarci regolarmente con i dovuti controlli e restrizioni del caso quindi a livello sportivo insieme ai ragazzi sul campo fortunatamente non l’ abbiamo vissuta come altre realtà. Nei contesti dilettantistici la situazione era molto più delicata e sicuramente tanti poveri ragazzi hanno perso tantissimo monte ore nel gioco e nella socialità. Stesso discorso delicatissimo in ambito scolastico per tutti e di quotidianità stravolta per tutti i ragazzi che hanno perso tanto in questo periodo storico ma che debbo dire a carattere generale ho trovato grande senso civico da parte loro nonostante se ne dica. Forse loro avrebbero da insegnare a noi.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Io vengo da una famiglia di pallone…diciamo…mio padre vinse lo scudetto storico del Verona nel 85 e fatto la serie A e B e ci ha trasmesso il tutto. Mio fratello gioca ed è diventato professionista ormai da 12 anni anche se non ha toccato i picchi del babbo ma porta avanti un grande percorso e di cui nutro una stima incommensurabile nel suoi riguardi per i tanti sacrifici, dedizione e passione con cui ha portato avanti sempre il tutto. Io smisi presto a 20 anni per due operazioni al ginocchio dopo una trafila nelle giovanili a Cesena e nel passaggio negli adulti dovendo subire una terza operazione preferì interrompere anche per la salute. Anni dopo ho iniziato il percorso di allenatore dove nutro grande passione e ambizione nel ricercare qualcosa di profondo dando più competenze possibili, mentalità nei valori forti per segnare il percorso dei ragazzi/giocatori e addetti che incontrerò nel cammino e anche per prendermi una rivincita per quanto tolto e non fatto da giocatore. È una missione…la chiamo.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
L’ aspetto caratteriale e la gestione delle emozioni sono determinanti quanto nella vita quanto in ambito sportivo, è la base per spingerti oltre i limiti che incontrerai nel cammino per farti andare oltre nei momenti di difficoltà. La dedizione, passione, resilienza, la costanza, determinazione, coraggio senza tutto ciò non si possono raggiungere traguardi veri di vita e di sport. E noi allenatori, formatori siamo determinanti nel doverlo saper trasferire nei giovani che iniziano un percorso e anche nei più adulti. La gratificazione più grande è riuscire a cambiare nel percorso la mentalità a chi incontriamo nel cammino senza quella anche le abilità individuali sono effimere nel lungo percorso, non bastano più. Le difficoltà forgiano il carattere e fanno Uomini. Le persone più influenti in ambito lavorativo o di grandi atleti sono accomunate tutte da una grande mentalità e componente caratteriale.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Il consiglio che posso dare è di vivere qualsiasi cosa si faccia con grande passione e voglia di mettersi in gioco e migliorarsi. Ricercare, studiare, aggiornarsi…uscire dalla zona di comfort…abbiamo una grande responsabilità nei confronti dei nostri gruppi squadra che bisogna migliorarli quotidianamente in ogni sua forma per renderli atleti e uomini migliori dai giovani a più adulti. La passione e dedizione smuove le montagne più invalicabili. E per questo sport tutti noi dobbiamo cercarlo di rendere sempre più bello e profondo mai banale o semplicistico. E lo studio e i comportamenti che noi trasferiremo faranno sempre la differenza.