Ferragosto, si celebrano per la prima volta gli infermieri di neonatologia
15 Agosto 2022Per la prima volta in Italia, a Ferragosto, si celebreranno gli infermieri dei reparti italiani di neonatologia.
L’iniziativa vede la firma della Sin, la Società italiana di neonatologia e della Sin Inf, la Società italiana di neonatologia infermieristica, che sostengono l’International Neonatal Nurses Day, celebrato ogni anno proprio il 15 agosto.
La giornata – che prevede a livello internazionale una serie di eventi e in Italia una campagna comunicativa social e sul web – è stata istituita dal Coinn, il Council of International Neonatal Nurses.
L’attività infermieristica in ambito neonatale ha diverse complessità assistenziali: la Terapia intensiva neonatale (Tin), per esempio, richiede infermieri con competenze avanzate perché si assistono neonati in imminente rischio di vita e che, non di rado, arrivano a pesare anche meno di 400 grammi. In Italia sono 116 le Tin attive. Fabio Mosca, presidente della Sin, spiega come gli infermieri nelle Terapie intensive neonatali siano «da sempre un importante punto di riferimento, sia per il sostegno ai genitori, sia per le cure date ai loro neonati 24/24 h, che uniscono l’umanizzazione ad un’accurata organizzazione e qualità dell’assistenza, con l’utilizzo di tecnologie sempre più sofisticate». «Questa giornata mondiale, dedicata a tutti gli infermieri che lavorano nelle Tin – spiega – è anche l’occasione per accendere ancora una volta i riflettori sulla scarsità delle risorse dedicate alla cura del neonato, in particolare quelle umane, sia mediche che infermieristiche». Denis Pisano, presidente della Sin Inf, citando i dati della Fnopi, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, aggiunge: «Gli ultimi dati parlano di oltre 50 mila infermieri in meno rispetto alle attuali necessità. Per dare un’idea del problema, si pensi che in Italia abbiamo circa 5,5 infermieri ogni 1000 abitanti, contro i 10,5 in Francia e i 13 in Germania».
«In Italia gli infermieri impegnati nelle neonatologie vivono in prima persona gli effetti legati alle carenze nelle dotazioni organiche e ciò porta, in molti casi, ad avere unità operative in continuo affanno – sottolinea Pisano – La situazione è diventata ancora più evidente in piena pandemia da Covid-19, quando si è reso necessario riorganizzare l’assistenza e redistribuire risorse umane e spazi. Tentare di colmare questo gap consentirebbe di dare una migliore risposta in termini di sicurezza e qualità delle cure anche all’area neonatologica che ospita, ricordiamolo, la fetta di popolazione più fragile in assoluto».