Ferrante: urge rilanciare il Rummo

Ferrante: urge rilanciare il Rummo

17 Settembre 2019 0 Di M.M.

“Al lavoro perché sia un ospedale all’altezza delle esigenze dei cittadini. Occorre mettere mano ad un intervento radicale di una struttura che “già dalla scritta, purtroppo, sembra un ospedale in stile Kabul”.

 Ci va giù duro e senza mezzi termini il nuovo direttore generale dell’azienda San Pio, Mario Ferrante, per dare conto del piano con cui intende riportare il servizio ospedaliero ad un livello di efficienza e funzionalità puntando all’ eccellenza; lo ha fatto questa mattina, nell’aula consiliare di Palazzo Mosti esponendo i punti essenziali, strategici, del suo programma, ai primi cittadini del Sannio. “La vertenza sanità, per il Sannio, è aperta e non bisogna abbassare la guardia ma il cambio di direzione deve azzerare ogni contrasto del passato, da ora si ricomincia”.

Lo ha sostenuto Clemente Mastella, il sindaco del capoluogo, aprendo l’assemblea dei sindaci sul tema.

“Sono pronto a mettere al centro di ogni azione il paziente e ad ascoltare tutti ma il mio colloquio è con le istituzioni, non tollero nessuna strumentalizzazione” ha puntualizzato il manager, aggiungendo che “per il Rummo si impone un lavoro intenso”, senza fronzoli, “con un piano legato alla qualità per riportarlo ad essere centro di alta specializzazione”.

Il programma immaginato da Ferrante dovrà realizzarsi secondo una direttrice che dovrà affrontare nodi come le strutture (Sant’Agata promossa il Rummo da rivedere), le attrezzature, il personale e la società, della quale l’ospedale deve essere parte integrante. “Dobbiamo crederci tutti” ha spiegato il manager che ha voluto cominciare dalle criticità a cominciare da quelle che interessano un punto essenziale della struttura: il pronto soccorso. “Le ho cercate – ha sottolineato in merito – da subito e immediatamente le ho trovate. Ho trascorso due giorni in pronto soccorso per notare tutte le deficienze che vanno affrontate immediatamente con i fondi dell’ospedale e senza aspettare finanziamenti. Si tratta di emergenze troppe gravi per attendere”.

Tra le iniziative da assumere per questa struttura, il direttore generale ha individuato nel miglioramento della funzionalità, nella creazione di un accesso pedonale, nel collegamento interno tramite tunnel per trasportare i pazienti tra i diversi padiglioni alcuni dei punti essenziali perché il pronto soccorso sia funzionale alle esigenze. Nel rapporto con i pazienti, Ferrante prevede un info point per accogliergli, aiutarli ad orientarsi e indirizzarli alle loro esigenze e in ogni padiglione ci sarà un front office. Va evidenziato che diversi padiglioni sono già al centro di una ristrutturazione esterna e Ferrante ha annunciato anche una stretta sulla sicurezza della struttura.

Per quel che concerne il personale, non ha esitato a dichiarare che “occorrono 190 unità per l’ospedale di Sant’Agata e 470 per il Rummo. Ci servono chirurghi, anestesisti, infermieri. Solo così riusciremo a riempire di contenuti la struttura”.

Ci sarà anche una “stretta su trasparenza e legalità” mentre per le attrezzature il direttore generale annuncia azioni a medio e lungo termine. “Dopo il mio insediamento – ha ricordato – ho immediatamente fatto rientrare il Rummo nella rete Ima (per il trattamento dell’infarto miocardico acuto, ndr) fornendo un angiografo mobile; entro la fine dell’anno ne avremo anche un altro fisso”.

Per quel che concerne la strumentazione, sarà up-to-date, di ultima generazione: risonanza magnetica, mammografo, ventilatori polmonari, tre sistemi centralizzati di neuro rianimazione.

“Un’azione complessa in cui l’ospedale – ha concluso – si lega al territorio in cui vive, che non può essere mortificato. Avrei potuto, come mi avevano chiesto attingere per i collaboratori amministrativi alla graduatoria di Avellino. Non lo farò perché l’ospedale deve contribuire all’economia del suo territorio”. E i soldi per questi progetti? “Per le tecnologie ci sono 5 milioni di euro già attribuiti. Per le azioni già in svolgimento stiamo agendo con i fondi dell’ospedale. A volte occorre solo una buona organizzazione”.