
FMT Campania, analisi sulla bocciatura al ruolo unico da parte dei medici di famiglia
31 Marzo 2025La Categoria dei medici di base sta cambiando direzione e vuole nuovi riferimenti.
I segretari provinciali FMT delle cinque province campane dichiarano che l’ACN vigente è autoreferenziale – così in una nota la Federazionne medici territoriali che fa una dettagliata disamina del problema – per la mancata adesione al ruolo unico dalla stragrande maggioranza dei medici in tutta la nazione e invita alla riflessione e alla riapertura del dialogo.
Tutte le regioni d’Italia hanno emanato da inizio anno, e fino a pochi giorni fa, una manifestazione d’interesse affinché i medici di assistenza primaria a ciclo di scelta e per i medici di assistenza primaria a ciclo orario possano volontariamente chiedere il conferimento dell’incarico del ruolo unico di assistenza primaria. Il risultato è stato che la stragrande maggioranza dei medici non ha voluto aderire al nuovo modo di lavorare; in particolar modo in Campania, dove alcuni medici, facenti parte di una specifica organizzazione sindacale di categoria, attraverso l’esercizio dell’attività sindacale stessa, hanno cercato, invano, con mezzi telematici e incontri in presenza, di indurre i colleghi al passaggio di contratto al ruolo unico, descrivendolo come la soluzione ad ogni attuale criticità dell’esercizio alla professione, i medici di medicina generale hanno detto NO! Nel territorio dell’AL Napoli 2 Nord, ad esempio, nessun medico ha aderito al passaggio al ruolo unico.
L’ Accordo Collettivo Nazionale (ACN) della Medicina Generale 2024 doveva essere solo la premessa (veniva chiamato ancor prima di firmarlo Acn ponte), ma di fatto siamo in attesa del nuovo atto di indirizzo da oltre un anno. È esigenza condivisa che il flop del ruolo unico impone una riflessione condivisa delle organizzazioni sindacali rappresentative. Bisogna impegnarsi a portare il governo in tempi brevi ad un nuovo tavolo di trattative. Si deve tenere nella giusta considerazione l’anagrafica dei medici che fa la differenza: è esigenza e visione sostanzialmente diversa di chi è vicino alla pensione, che sostanzialmente rappresenta solo sé stesso, da chi questa professione (a nostro avviso la più bella di tutte) la deve esercitare ancora, ed almeno per un ventennio. La medicina del territorio, sottolinea Vincenzo Morante, responsabile nazionale e la FMT Campania nella sua massima espressione politica del presidente Domenico Crea, del segretario regionale Vincenzo Morante, del responsabile regionale medicina generale e segretario provinciale di Napoli Salvatore Caiazza, in totale condivisione con i segretari provinciali di Benevento Alessandro Martone, di Avellino Carlo Spagnoletti, di Caserta Pasquale Persico e di Salerno Antonio Ricciardi, invitano sindacati, forze politiche di governo e di opposizione ad abbandonare interessi di bottega. Il Sistema Sanitario Nazionale è agonizzante ma ci sono ampi spazi per migliorarlo. Meno burocrazia e adeguamenti economici sostanziali sono e restano premesse fondanti per ogni tipo di proposta. Le liste di attesa sono solo il sintomo di un sistema sanitario malato. Ospedali di comunità, case di comunità, continuità assistenziale, specialistica ambulatoriale e medicina ambulatoriale sono componenti di un unico sistema che si chiama medicina di prossimità. Vanno inserite a nostro avviso in un’unica area professionale, le regole della quale vanno normate in un unico ACN, che deve essere chiaro nel metodo e nel merito, salvaguardando al meglio l’autorevolezza del ruolo. Non è tollerabile che mentre si rimbalzano le responsabilità tra governo e regioni il nostro SSN, una volta il migliore del mondo, sta morendo.
Ritornando alla manifestazione di interesse al ruolo unico, i segretari provinciali di FMT hanno precisato il proprio punto di vista in relazione al territorio che governano.
Salvatore Caiazza, segretario provinciale FMT (Federazione Medici Territoriali) Napoli e responsabile regionale Medicina Generale FMT Campania dichiara “i medici napoletani, e campani tutti, volontariamente, non aderendo al ruolo unico, hanno bocciato senza se e senza ma l’ultimo ACN, già fortemente criticato, proprio dai medici, appena fu firmato lo scorso anno. A breve verranno pubblicate da Regione Campania gli ambiti carenti 2025 e staremo a vedere quanti giovani medici firmeranno l’incarico di medicina generale con tale nuova formula contrattuale; se sarà confermato il trend negativo dei medici già in professione, la Campania sta rischiando che in pochi anni assisteremo alla estinzione dei medici di medicina generale con grave ripercussione sulla tutela della Salute dei Cittadini”.
Antonio Ricciardi, segretario provinciale FMT Salerno sottolinea “Per me il contratto deve essere diviso tra quota oraria e ciclo di scelta perché il carico di lavoro di un medico massimalista con tutte le incombenze burocratiche e tra ADP, ADI, etc. va ben oltre le famose 38 ore. Qui si va verso una schiavitù senza diritti e per di più porterà l’abbandono del settore perché se posso scegliere, vado verso una alternativa migliore. È doveroso stigmatizzare il fatto che non sono 15 ore settimanali i nostri impegni lavorativi ma ben altro. Poi se il ministro o la Gabanelli vogliono le prove, gli faccio fare una settimana nel nostro ambulatorio”.
Pasquale Persico, segretario provinciale FMT Caserta, tuona “L’Accordo Collettivo Nazionale (ACN) del 22 aprile 2024 per la Medicina Generale non solo rappresenta uno dei peggiori contratti nella storia della Medicina di famiglia, ma evidenzia anche il completo fallimento del concetto di ruolo unico, un’idea che avrebbe dovuto unificare e rafforzare la professione, ma che si è dimostrata un vero disastro. Il Medico di Famiglia non deve essere pensato come un riempitivo delle Case di Comunità solo per giustificare i soldi del PNNR. Invece di promuovere un sistema omogeneo e equo per i medici di famiglia, il ruolo unico si è tradotto in una confusione generalizzata, aumentando divisioni e disparità all’interno della categoria. L’introduzione del ruolo unico andrà a complicare ulteriormente la gestione delle attività, sovraccaricando i medici con procedure amministrative inutili, che sottraggono tempo prezioso alla cura dei pazienti. Questo modello svaluta le competenze specifiche e l’esperienza dei medici, omologandoli in un sistema che non valorizza il merito o la specializzazione. L’idea del ruolo unico, nata con l’obiettivo di semplificare e migliorare, si è invece trasformata in un esperimento fallito. Il risultato sarà un peggioramento delle condizioni lavorative per i medici di famiglia e un impatto negativo diretto sui pazienti, con un sistema inefficiente e frammentato.
L’ACN del 22 aprile 2024 ed il fallimento del ruolo unico sancito in questi giorni dalle mancate adesioni rappresentano un campanello d’allarme per l’intero sistema sanitario. È necessario un ripensamento radicale, che metta al centro i medici di famiglia e i cittadini, innanzitutto, abbandonando modelli inefficaci e prendendo decisioni basate su un reale confronto con i professionisti del settore. Bisogna perseguire la Collegialità e l’ascolto della Base dei medici; al momento abbiamo un impianto normativo partorito da decisioni di carattere autoreferenziale da parte di chi si illude e illude di governare la base. È doveroso avere un po’ di onestà intellettuale con atti consequenziali a ciò che i medici hanno decretato poiché alcuni personaggi si sono rivelati per nulla rappresentativi, limitandosi solamente un giorno a flirtare con le Regioni e l’altro ad adulare il ministro e la politica. La Medicina di Famiglia ha bisogno di rispetto, questo rispetto si è perso a causa di chi pensa solo al proprio posto di privilegio, piuttosto che difendere e proteggere la categoria; categoria svenduta per quattro spiccioli, pur di mantenere la poltrona di comando con i relativi benefit, di ogni genere.
Carlo Spagnoletti, segretario provinciale FMT Avellino, dichiara: “Concordo pienamente con la linea espressa dai medici di non aderire al ruolo unico, poiché sottolinea benissimo tutte le criticità e le zone grigie di questo contratto. Ho sempre lavorato in territori di confine e rurali dove la figura ed il lavoro del medico di famiglia è sempre stata fondamentale ed è sempre andata al di là delle proprie mansioni; andare alla dipendenza o rientrare nei turni rigidi di una casa di comunità farebbe decadere questo ruolo perché si andrebbe a perdere quel rapporto di fiducia che permetteva, permette e quindi non permetterà più al medico di base di fare visite in urgenza, visite fuori lo stretto orario di lavoro. Verrà a mancare quella Assistenza realmente Continua, anche tramite canali telematici, a persone che distano anche 20-30 km dal primo Ospedale. L’ambulatorio del medico di medicina generale in alcuni paesini è realmente l’unico punto di primo soccorso dove tutti fanno riferimento e toglierli sarebbe realmente un grande atto di inciviltà e un gigantesco passo indietro per l’assistenza sanitaria territoriale. Purtroppo, chi fa le leggi e chi decide non è mai stato in trincea come noi e non ha mai lavorato in queste zone, ma ha sempre deciso da dietro una scrivania. Ormai su libri, mass media e giornali hanno puntato il dito su noi medici di base parlando di una riforma che mira all’aumento delle ore e delle mansioni senza sapere che noi in realtà molte di queste cose le facciamo già e minimizzando e ridicolizzando il lavoro del medico di base al pari di un burocrate timbracarte protetto dalla lobby. Spero vivamente che qualcuno rinsavisca lì su ai piani alti e venga a trattare seriamente con noi sui tavoli, considerando che l’Italia non è solo Roma”.
Alessandro Martone, segretario provinciale FMT Benevento chiude “Facciamo in modo che questo momento di cambiamento diventi un’opportunità per migliorare sia l’assistenza globale alla popolazione sia le condizioni di lavoro del medico di famiglia, che resta la figura chiave della prossimità e della capillarità delle cure, soprattutto in territori geograficamente difficili come il Sannio e le aree interne e per una popolazione sempre più anziana e fragile. L’eventuale passaggio al ruolo unico usato solo come riempitivo finirà per non premiare merito e professionalità dei medici e non permetterà alle persone di conservare il rapporto fiduciario con il proprio medico. Auspico che si possano ascoltare le reali necessità e proposte di chi è davvero sul campo, di concerto con le forze politiche, le organizzazioni sindacali di categoria e gli Ordini Professionali”.
La sintesi di FMT Campania è che l’ACN vigente è un papocchio all’italiana dove sono stati mescolati i compiti del medico di assistenza primaria e del medico di continuità assistenziale in un’unica figura, in un’unica donna, in un unico uomo, in un unico essere umano. Come si può mai concepire che un professionista, che è un lavoratore, possa reggere un tale peso di oneri lavorativi? Stiamo parlando di professionisti che si occupano di tutelare la salute dei cittadini! Forse qualcuno ha pensato che tali professionisti debbano lavorare non stop come gli operai delle fabbriche del 1800 prima dell’avvento dei diritti sindacali sen lavoratori? Siamo tornati nel medioevo?! Per essere degli efficienti professionisti della Salute, innanzitutto bisogna essere lucidi nell’esercizio della propria attività quotidiana e affinché tale condizione possa essere reale, il medico deve essere messo in condizione di lavorare in qualità e non certo in quantità, poiché qualità e quantità nel lavoro sono mutualmente esclusive, soprattutto se si tratta di lavoro che va ad inficiare sulla tutela della Salute Pubblica. La bocciatura del ruolo unico da parte della Categoria, come Organizzazioni Sindacali, tutti, ci deve indurre ad una profonda riflessione, poiché i medici hanno espresso la loro contrarietà al contratto vigente; la quale contrarietà rende la firma allo scorso ACN un atto meramente autoreferenziale. Sarebbe il caso, anche urgente, di rivedere le attuali condizioni lavorative dei medici di famiglia, sempre più asfissianti per l’increscioso carico burocratico giornaliero e il loro potere di acquisto che da venti anni diminuisce giorno dopo giorno. In Campania inoltre tale onere è esponenzialmente amplificato dal fatto che dirigenti ospedalieri e specialisti ambulatoriali non emettono le ricette del Sistema Sanitario Nazionale; tale onere viene scaricato sui medici di famiglia, che sono costretti, senza alcuna remunerazione aggiuntiva, a lavorare di più e a dovere aumentare le ore lavorative (pagandole!) dei collaboratori di studio. Oramai è necessaria una riforma strutturale della medicina generale con un contratto che riunisca in un’unica area professionale le convenzioni dei medici di medicina generale e dei medici specialisti ambulatoriali e come questi ultimi usufruire di tutele come diritto alla malattia, alla gravidanza e almeno 30 giorni di permesso all’anno, da poter utilizzare come necessario ristoro psico-fisico.”
Per FMT Campania le riflessioni su ciò che i medici chiedono e la proposta di una reale riforma della medicina territoriale, possono rivelarsi la soluzione ad un decadimento del Sistema Sanitario Nazionale Pubblico.
La conclusione dei dirigenti FMT Campania è che, ora come non mai, è urgente che le organizzazioni sindacali si parlino democraticamente tra loro, per formulare la migliore proposta da portare al Ministero della Salute, con cui è necessario riaprire un dialogo costruttivo e produttivo”.