Fondazione Gimbe, sanità italiana sottifinanziata da 15 anni e il trend non muterà fino al 2028

Fondazione Gimbe, sanità italiana sottifinanziata da 15 anni e il trend non muterà fino al 2028

17 Aprile 2025 Off Di La Redazione

“Si intravede una lieve crescita della spesa sanitaria, ma si tratta di stime previsionali che non modificano la sostanza: la quota di ricchezza nazionale destinata alla sanità, già insufficiente, resta invariata nei prossimi anni, confermando il cronico sottofinanziamento del Servizio Sanitario Nazionale”. Così Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, commenta i dati contenuti nel Documento di Finanza Pubblica approvato il 9 aprile.

Nel 2024 la spesa sanitaria è pari a 138,3 miliardi di euro, con un rapporto rispetto al PIL del 6,3%. Per il 2025 la previsione è di 143,3 miliardi, con un rapporto spesa sanitaria/PIL che sale al 6,4%, stesso valore stimato fino al 2028. L’aumento della spesa tra 2023 e 2024, pari a 6,5 miliardi, è dovuto per oltre la metà alla spesa per il personale, in gran parte legata ai rinnovi contrattuali del triennio 2022-2024.

“Le stime del Pil in termini reali restituiscono prospettive di crescita economica riviste nettamente al ribasso a soli sette mesi di distanza e, soprattutto, gravate da forti incertezze legate al piano di riarmo europeo e alle politiche sui dazi degli Stati Uniti”, aggiunge Cartabellotta. Il Pil reale previsto per il 2025 è +0,6%, contro l’1,2% stimato nel PSBMT a settembre. Per il 2026 la previsione scende allo 0,8% rispetto all’1,1% iniziale.

“Appaiono azzardate le stime di un aumento della spesa di 5,037 miliardi nel 2025 e di ulteriori 6,448 miliardi nel 2026, considerando che il fabbisogno sanitario nazionale fissato dalla legge di Bilancio 2025 è pari a 136,533 miliardi per il 2025 e 140,533 miliardi per il 2026”, dichiara il presidente della Fondazione.

Rispetto al PSBMT, le stime contenute nel DFP sono superiori sia in rapporto al Pil sia in valore assoluto. “Un dato che rappresenta un timido segnale di apertura da parte dell’Esecutivo per scongiurare ulteriori tagli alla sanità, alla luce del peggioramento del quadro economico generale”, afferma Cartabellotta.

Il Dfp indica inoltre due provvedimenti collegati alla sanità: riorganizzazione e potenziamento dell’assistenza territoriale e ospedaliera, e delega per il riordino delle professioni sanitarie. “Le riforme affrontano i nodi strutturali più critici, ma la riorganizzazione dell’assistenza territoriale è fortemente condizionata dalla gravissima carenza di personale infermieristico e da un ruolo del medico di famiglia ancora non ben definito”, prosegue Cartabellotta. “La vera emergenza resta la fuga dei professionisti dal Ssn: per restituire attrattività servono anche risorse consistenti, che attualmente non sono disponibili”.

“Il Dfp 2025 conferma che, in linea con quanto accaduto negli ultimi 15 anni, la sanità pubblica continua a non rappresentare una priorità per il Paese, nonostante la grave crisi di sostenibilità del Ssn e il progressivo sgretolamento del diritto alla tutela della salute. Alla luce delle stime al ribasso del PIL e del quadro macroeconomico, va riconosciuto all’Esecutivo il merito di aver scongiurato ulteriori e drammatici tagli alla spesa sanitaria. Tuttavia, nonostante l’incremento previsto in valore assoluto, il peso della sanità sul Pil resta inchiodato al 6,4% fino al 2028, lasciando il Ssn largamente sottofinanziato”.