Formicacce e formichine…
10 Novembre 2018Il giallo degli insetti “ospedalizzati” tiene banco e richiama anche interventi, dai banchi della politica, che chiedono lo scalpo di dirigenti e direttori, rei di mancata custodia dei reparti invasi. Ci sarebbero, per alcuni, motivi più seri per farlo ma, alla fine, vuoi vedere che saranno le incolpevoli bestiole a dimissionarli?
Formiche in ospedale? E fu subito Borrelli. Caro consigliere, perdoni lo scherzo di una penna in libertà, ma troverà anche lei singolare la doppia coincidenza. Ci riferiamo, a quella dei simpatici e laboriosi insetti che accedono per la seconda volta, senza debita autorizzazione, di questo siamo convinti, ai reparti di degenza di un nosocomio napoletano e che, per la seconda volta sia lei a sollevare il caso.
E le coincidenze non finiscono qui. A guardar bene, non può sfuggire il fatto che entrambi i plessi “informicati” sono intitolati a nomi di Santi: San Paolo la prima volta; San Giovanni Bosco la seconda. A voler seguire la “via sacra”, senza per questo saltare ad ogni costo a conclusioni affrettate, potremmo ipotizzare (ma solo per gioco, badi bene) che altri “informicamenti” potrebbero in futuro colpire ospedali, per così dire, a denominazione religiosa. E sono tanti. Stando a questa fantasiosa ricostruzione, poco più di una celia, pertanto più tranquilli dovrebbero stare i laici Cardarelli, Ospedale del Mare, Maresca, Ascalesi, etc. Più in apprensione i pii Santa Maria delle Grazie, San Giovanni di Dio, Sant’Anna e San Sebastiano (qui i santi sono addirittura due e uno è niente poco di meno che, la nonna di Gesù) San Luca etc.
L’altra ipotesi, non meno fantasiosa, è che si aggiri per la nostra regione una sorta di pifferaio magico il quale, avendo cambiata nota allo strumento, invece di un codazzo di sorci o di bambini, è seguito da uno stuolo di formiche sulle quali esercita un potere assoluto. Un potere tale da spingerle a prendere d’assalto reparti ospedalieri dei plessi cittadini.
Certo siamo in inverno, e le formiche che hanno tanto lavorato, anche al San Paolo, dovrebbero godere frutto di meritato riposo. Sono le cicale, adesso, quelle a cui toccherebbe ballare. Anche se, a rigore, l’impazzimento del clima potrebbe aver portato fuori rotta e direttamente al San Giovanni Bosco le formiche.
E poi le dimensioni. A guardare foto e filmati incriminati le povere creature (disorientate anche da tanta ribalta) sembrano molto più grandi di quelle “domestiche”, decisamente di dimensioni più contenute.
Chissà perché, ma non c’entra nulla col discorso scherzoso che vado portando avanti, mi vengono alla mente i finti allarmi bomba dei gloriosi giorni liceali, le fialette puzzolenti, o l’artata introduzione di topi morti per poter così marinare, “legalmente”, la scuola.
Ma questo, ribadisco, non c’entra niente col fantaragionamento di cui sopra.
L’ho messa sul piano della facezia e sicuramente tanti “moralisti” salteranno su col dire che su queste cose non si scherza. Concordo. Ma credetemi, meglio metterla su questo binario che su quello di considerazioni serie perché allora, veramente non ci resterebbe che piangere.