Formiche e barelle
10 Gennaio 2019Continua l’emergenza nei pronto soccorso dei principali nosocomi cittadini. E se le formiche stringono d’assedio un unico ospedale le barelle “dilagano” in quasi tutti gli altri.
Il picco influenzale sta mettendo alle corde l’organizzazione dell’emergenza-urgenza in regione Campania. Perché se il problema è particolarmente sentito nei maggiori ospedali napoletani (fenomeno legato anche alla maggiore densità abitativa dell’aria metropolitana) non è che lo stesso non stia interessando la stragrande maggioranza delle aziende ospedaliere nazionali. Picchi di “appoggi in barella”, ancorché temporanei si registrano un po’ in tutte e cinque le provincie della Campania.
A “rubare la scena” alle barelle le improvvise comparse e le strategiche ritirate delle formiche nel nosocomio della Doganella, con inevitabile corollario di interventi politici e sindacali che stigmatizzano l’incapacità di tenere sotto “controllo disinfestante” le sortite ardite delle bestiole che sembrano prendersi gioco di chi sta tentando di ricacciarle nelle tane. Le protagoniste però sono loro, le barelle: miracolosamente scomparse e repentinamente ricomparse sotto l’onda d’urto del picco influenzale.
Al di là della fase emergenziale, il problema barelle si ripresenta, a cadenze cicliche, perché nasce da un convincimento – diffuso tra la popolazione – che in ospedale “ti curano meglio”. Un fenomeno culturale contro il quale si sono infranti reiterati interventi della Regione tesi a razionalizzare e distribuire gli accessi ai pronto soccorso. Ma niente da fare. Nel comune sentire le emergenze pediatriche vanno necessariamente affrontate e risolte al Santobono mentre quelle relative alla popolazione adulta (reali o supposte che siano) vanno affidate al Cardarelli.
Il problema formiche, nonostante l’eccessiva amplificazione mediatica, alla fine troverà soluzione in una radicale disinfestazione e ristrutturazione degli ambienti. Il disagio legato alle barelle, invece, non è di altrettanta rapida soluzione. Non basteranno gli appelli dei due manager, infatti, ai quali va riconosciuto capacità professionale di impegno a ripetere il miracolo. I miracoli sono eventi eccezionali, mentre in questo caso non sarebbe sufficiente neanche la migliore organizzazione sanitaria del mondo se a questa non si fa precedere da una lunga e martellante campagna informativa ed educativa, altrimenti alla prima emergenza si torna punto e a capo.