
Francesco Cicco: “Il calcio senza tifosi ha sofferto tanto”
22 Gennaio 2022Lo sport di squadra aiuta a non essere individualisti, ma il calcio riesce a combattere anche le ansie e le angosce, con tutto ciò che ne consegue. Molte malattie, specialmente negli ultimi decenni, sono di origine psicologica e possono essere trattate con qualsiasi sport, ma molto meglio se lo sport è di squadra.
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un giovane calciatore: Francesco Cicco.
Come hai vissuto e come vivi, come hai affrontato e come affronti la paura della pandemia e il disagio legato alle indispensabili misure restrittive?
Superata la paura iniziale che ci ha colti un po’ tutti di sorpresa ora è diventata quasi un abitudine uscire con le dovute precauzioni, ma resta il disagio dovuto al mancato allenamento di gruppo e allo stop forzato anche del nostro campionato.
Quanti danni hanno causato allo sport e al calcio in particolare le chiusure indiscriminate della prima e la confuso se non cattiva gestione politica?
Lo sport soprattutto le piccole società calcistiche hanno risentito dal punto di vista economico la cattiva gestione politica a tal punto che alcune non riescono a proseguire il loro percorso, lo stadio è “la mia casa” ho subito una doppia ferita nel vedere gli spalti vuoti o con la capienza ridotta in quanto sono sia calciatore che tifoso.
Quanto valore attribuisci al binomio sport-salute, ossia quanto è fondamentale l’attività sportiva per il mantenimento del benessere psicofisico?
Per me lo sport è salute e benessere psicofisico e aiuta a stare bene con se stessi e con gli altri per tanto allenarsi a mantenersi in perfetta forma.
Cosa ti ha dato la pratica calcistica in termini di crescita personale, sociale e professionale?
Il calcio mi ha consentito di maturare e mi ha permesso di conoscere persone importanti al livello mondiale che possono essere un esempio da seguire per il futuro.
La mia ambizione è di arrivare più in alto possibile e raccogliere ottimi risultati.