Francesco Corapi: “La vittoria sarà sempre la conseguenza mai l’obbiettivo”
31 Luglio 2023La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Si diciamo che oramai il peggio è passato, abbiamo vissuto un brutto periodo, la vita di tutti i giorni è stata più che condizionata. Penso che mai come 3 anni l’essere umano si sia sentito debole ed indifeso, penso che in questi casi sia superfluo parlare di sport quando viene meno la routine nella vita di tutti i giorni, starnutire o tossire è diventato un grande disagio sicuramente ma le paure maggiori erano rivolte ai miei genitori ed ai miei figli, è stato un brutto periodo per tutti. Fortunatamente sembra sia tornato tutto alla normalità.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
In quel periodo ero un calciatore professionista e mi sono sentito comunque fortunato perché abbiamo ripreso e terminato la stagione, ma le sensazioni erano diverse, il clima era surreale. Senza pubblico ma soprattutto con la paura di essere contagiati nonostante la grande mole di precauzioni prese dalle istituzioni e dalle società, i danni sono stati tanti ma come nel mondo del calcio anche negli altri sport e soprattutto nel mondo lavorativo in generale, tante promesse non mantenute e tante risposte non date.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? O si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Non mi ha spinto nessuno, sono come si suol dire in questi casi nato con un pallone in mano, ho iniziato con gli amici sotto casa e poi piano piano mi sono avvicinato alla squadra del mio quartiere fino ad arrivare in alto riuscendo a prendermi tante soddisfazioni.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Diciamo che è la base, in ogni ambito lavorativo puoi cadere ma devi avere la forza di rialzarti, mi hanno fatto cadere tante volte, tante delusioni ma il mio obbiettivo era uno: quello di fare la mia passione il mio lavoro, quindi ho continuato a lottare sempre. Questo per me è il segreto che ti permette anche nel caso in cui non dovessi essere un fenomeno, di poter superare quelle lacune con la forza di volontà e la voglia di migliorarsi e non mollare mai.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Quest’anno inizierò ad allenare, abbiamo fatto un incontro con i ragazzi, un allenamento di conoscenza e a loro ho detto semplicemente che l’obbiettivo non deve essere la vittoria, ma il divertimento, bisogna divertirsi ed avere fame in quello che si fa. La vittoria sarà sempre la conseguenza mai l’obbiettivo.