Francesco Denora Caporusso, lo sport mi ha aiutato a diventare uomo
13 Agosto 2021Nelson Mandela affermava che “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di ricongiungere le persone come poche altre cose. Ha il potere di risvegliare la speranza dove prima c’era solo disperazione”.
Lo Sport, infatti, è una molla utile per invitare i ragazzi a vivere in un gruppo per sentirsi, quindi, parte di un determinato contesto sociale.
Molti sociologi considerano questo uno dei bisogni primari di ciascun individuo, senza il quale non riuscirebbe a vivere in una condizione di normalità e di armonia con sé stesso.
Quindi lo sport è un veicolo di inclusione, aggregazione e partecipazione ad un ruolo sociale fondamentale, che permette lo sviluppo di capacità e abilità essenziali per una crescita equilibrata.
Che si tratti di bambini, di ragazzi, di adulti, di anziani o persone diversamente abili, lo Sport rappresenta una scuola di vita, che non smette mai di insegnare nuove regole: stare con gli altri, condividere, contribuire al raggiungimento di obiettivi difficili, sfidanti, ma non impossibili.
Oggi parliamo di Sport, Salute e Covid con un valente allenatore di Pallavolo:
Francesco Denora Caporusso ha cominciato molto presto ad allenare (17 anni) nella sua città Altamura(BA) prima con le giovanili e poi nelle categorie regionali sino al 2015.
Dal 2015 al 2019 secondo allenatore a Lagonegro in Serie A2
2019 2021 Primo allenatore ad Alessano in Serie A3
prossima stagione primo allenatore Mondovì in Serie A2
Come ha affrontato ed affronta la pandemia, la paura del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?
Ho affrontato e affronto la pandemia seguendo le direttive sanitarie. In un certo senso sono stato una sorta di privilegiato, facendo professionismo siam riusciti comunque a svolgere il nostro lavoro e a portare a termine il campionato rispettando regole severe ma giuste. Il fatto di essere costantemente controllati ci ha tenuti leggermente più sereni, anche se il pericolo era sempre dietro l’angolo.
Quanti danni hanno causato allo Sport in generale ed al Volley in particolare la pandemia, le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?
Dal punto di vista economico c’è stata sicuramente una frenata nel mondo dello Sport, o almeno in quello della Pallavolo, anche se la sensazione è che la pandemia abbia maggiormente aumentato la distanza tra grandi e piccoli club. Anche nelle categorie inferiori, i club solidi dopo una stagione passata molto oculata in questa stagione son tornati a spendere cifre importanti. Chi ha sofferto di più è sicuramente lo Sport di base, ambiente che era già molto trascurato in tempi normali. Purtroppo gli effetti temo che li vedremo nel prossimo futuro. Sulla gestione politica non saprei se è stata sbagliata o no, purtroppo ci siam ritrovati in una situazione imprevedibile e non mi reputo all’altezza di poter esprimere giudizi.
Quanto valore attribuisce al binomio Sport-Salute?
Lo Sport o l’attività fisica amatoriale è sicuramente un ottimo elisir per la salute, oltre che fisica, come è ormai più che risaputo, aiuta molto la psiche. Il poter staccare dai problemi quotidiani che ognuno ha e concentrarsi su qualcosa che ci permetta di darci stimoli diversi, obiettivi tangibili, aiuta sicuramente a vivere meglio.
Cosa le ha dato lo Sport in termini di crescita personale, sociale e professionale?
Mi ha aiutato a diventare uomo. Da piccolo ero un bambino timido ed introverso, lo Sport mi ha aiutato a tirar fuori il mio carattere e a socializzare. Poi avendo avuto la fortuna di poter allenare nelle categorie superiori, mi ha fatto scoprire qualità che neanche sapevo di avere, mi ha reso una persona più coraggiosa. Mai avrei immaginato di dover andar a vivere a migliaia di km da casa, eppure quando vedi che il tuo obiettivo è sempre più alla portata sei disposto a sacrifici che non credevi di poter fare. E in questo lo Sport è maestro, più grande è la fatica e più grande sarà la gloria.